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Zoeggeler è preoccupato per il futuro: "Si chiedono le medaglie, ma ora rischiano tutte le discipline del budello"

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Milano Cortina 2026il caso

Zoeggeler è preoccupato per il futuro: "Si chiedono le medaglie, ma ora rischiano tutte le discipline del budello"

La leggenda dello slittino ha parlato al "Corriere del Veneto" sul caso della mancata realizzazione della pista olimpica in Italia: "Noi addetti ai lavori non siamo stati neppure consultati". Stefano Longo, presidente di Fondazione Cortina: "Una grandissima sconfitta come paese ospitante".

Il caso della pista per le gare olimpiche dei Giochi di Milano Cortina 2026, con le gare di bob, skeleton e slittino che finiranno all'estero, continua a far parlare ed è il numero 1 in assoluto di queste discipline, da anni direttore tecnico della nazionale di slittino con risultati eccezionali, vedi le ultime Coppe del Mondo conquistate da Dominik Fischnaller e dal duo Voetter/Oberhofer, a parlare dei vari aspetti che hanno portato alla decisione annunciata lunedì da Giovanni Malagò.

Armin Zoeggeler è stato intercettato dai colleghi del “Corriere del Veneto”, lui che è sempre salito sul podio nella gara di singolo delle sue sei partecipazioni olimpiche, con il doppio titolo di Salt Lake City e Torino. “E' un disastro, una grande opportunità persa per l'Italia, che adesso rischia di perdere queste tre discipline. Nel senso che è molto difficile andare al passo con le altre nazioni senza poter contare su un tracciato in casa su cui allenarsi. È già dura competere per le medaglie, adesso la situazione è ancora più critica. Ci chiedono i successi, ma non abbiamo neppure una pista”.

Gli slittinisti sono attualmente a Sigulda, gli allenamenti si dividono tra Lillehammer e i budelli tedeschi: “Così è tutto molto complicato, oltre che costoso – prosegue il campionissimo altoatesino - Ogni volta bisogna prenotare le piste ed essendo ospiti dobbiamo accettare gli orari rimasti, anche se c'è brutto tempo o caldo”.

Zoeggeler ha ammesso: “Sì, è stata una sorpresa perchè noi ci abbiamo creduto fino a due giorni fa. Io personalmente sono molto deluso e come me tutte e tre le squadre, che confidavano nell'opzione Cortina, dove sarebbe sorta una struttura economica e sostenibile. Fino all'ultimo ho sperato che l'Italia fosse così intelligente da tenersi i soldi in casa e non andarli a spendere all'estero. Ambientalisti? Conosco bene quei posti e posso dire che dal punto di vista ambientale l'impatto non sarebbe stato così alto e il numero di piante da abbattere non era così rilevante. Ma noi addetti ai lavori siamo stati lasciati fuori, nessuno ci ha consultato, ha deciso la politica.

E secondo me il nodo centrale sono stati i costi. Giravano tante cifre, nel primo dossier si parlava di 85 milioni e nessuna azienda per quella cifra si è voluta impegnare. Anche i tempi di realizzazione erano eccessivamente ridotti. Il vero problema è che l'Italia ha perso tantissimo tempo: dal 2019 ad oggi sono stati compiuti davvero pochi passi avanti e nel frattempo i costi di materiali e servizi sono aumentati. Non siamo noi a dover scegliere dove si andrà, tecnicamente posso dire che Sankt Moritz è una pista naturale, non servirebbe quasi niente per prepararla, ma con il maltempo o il caldo eccessivo alcune discipline rischierebbero di non poter gareggiare.

Dopo le Olimpiadi non ci resterà niente, nessuna struttura. A meno che il governo non riesca a vincolare anche per il post Giochi piste all'estero per fare allenare con regolarità le nazionali e i giovani”.

Stefano Longo, presidente della Fondazione Cortina, ha commentato così la decisione di non rifare la pista “Eugenio Monti”, con la conca ampezzana che perderà un sito olimpico cruciale, anzi pure simbolico. “Sono davvero amareggiato per la decisione di non procedere con la realizzazione della nuova pista a Cortina d'Ampezzo. Ritengo sia una grandissima sconfitta come paese ospitante, ma soprattutto per gli atleti italiani e stranieri che avrebbero potuto contare su un impianto all'avanguardia per avvicinarsi a queste discipline, allenarsi e gareggiare ad alto livello, supportati dallo storico Bob Club Cortina.

Trentasei sono le medaglie olimpiche maschili e femminili che sarebbero state assegnate a Cortina agli atleti partecipanti alle prove di Bob, Skeleton e Slittino durante i Giochi del 2026. Ora è il momento di tenere la barra dritta per non perdere altro tempo prezioso, mettendo davvero a fattore comune la grande tradizione sportiva che il Veneto e il Bellunese possono vantare. Cortina è una delle due città ospitanti dei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici - non dimentichiamolo - qui abbiamo tutte le competenze e le capacità per ospitare anche altre specialità affinché “Olimpiadi diffuse” non si traduca in una inutile dispersione di energie e capitale umano.

Fondazione Cortina, assieme a tutti gli altri attori del territorio, ha già dato prova di saper gestire con successo gare internazionali di diverse discipline, non voler sfruttare appieno queste capacità sarebbe miope e dannoso per la buona riuscita dell'evento e per la legacy di lungo periodo che esso porta con sé.

Accantonata la delusione, è il momento di guardare avanti così come è altresì importante che i lavori iniziati per demolire la vecchia pista intitolata al campione olimpico Eugenio Monti siano conclusi al più presto riqualificando l'area in termini ambientali e funzionali, qualunque sia la sua futura destinazione. Come ogni discesista sa bene, bisogna sempre superare una porta avendo già impostato quella successiva, noi siamo già pronti a cogliere la prossima sfida”.

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