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Milano Cortina 2026: pista di Bob e Slittino, Torino spera ancora con l'appoggio del Governo

Milano Cortina 2026: pista di Bob e Slittino, Torino spera ancora
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Milano Cortina 2026il caso

Milano Cortina 2026: pista di Bob e Slittino, Torino spera ancora con l'appoggio del Governo

Se l'intervento di Malagò al CIO aveva chiuso la porta ad ogni soluzione italiana, il governo ritiene preferibile l'adeguamento della pista di Cesana utiizzata per i Giochi di Torino 2006. Ecco le ultime novità.

Mentre non si sono ancora spenti gli echi delle parole del presidente del CONI, Giovanni Malagò, alla sessione del Comitato Olimpico Internazionale di Mumbai che alzavano bandiera bianca nei molteplici tentativi di procedere al rifacimento della pista di Bob e Slittino Eugenio Monti di Cortina scontratisi contro stime di costi sempre più elevati, oltre i 100 milioni di euro, e irrecuperabili ritardi nella decisione, secondo quanto riportato ieri da Repubblica, l'Esecutivo spingerebbe per una soluzione italiana.

Fonti del Governo avrebbero rivelato al quotidiano che "le risorse disponibili per realizzare la pista da bob di Cortina sono risultate insufficienti, quindi il governo nel limite risorse disponibili ha sostenuto sin da subito l'adeguamento della pista di Torino 2006. Un'alternativa che per il governo rimane la preferibile" alla quale Malagò aveva chiuso la porta parlando unicamente di soluzione all'estero.

A Torino da qualche settimana si sta lavorando alla predisposizione di un dossier che acquista ora una importanza centrale e dovrebbe essere consegnato al Governo nelle prossime ore. Il sindaco Stefano Lo Russo, in una nota di ieri, ribadisce "Bene che il Governo ci stia ripensando e sia tornato a valutare l'ipotesi di utilizzare gli impianti della Città Metropolitana torinese per le prossime Olimpiadi. Continuiamo a credere che sia profondamente sbagliato usare soldi dei contribuenti italiani per finanziare impianti all'estero. L'opzione di Cesana sarebbe senz'altro preferibile e permetterebbe di garantire il futuro di quell'area".

Il mondo politico italiano spinge verso una soluzione interna. Il vicepremier Antonio Tajani, "tifa per il Piemonte" perché "bisogna fare di tutto per far svolgere ogni gara dei prossimi Giochi in Italia". Ne ha parlato con il governatore del Piemonte, "pronto a fare degli investimenti". Per Paolo Zangrillo, uno dei ministri piemontesi nel governo Meloni, l'ipotesi di Cesana "è un'occasione che non va persa, è un'importante opportuno. Il Piemonte può dare un contributo essenziale alle Olimpiadi Milano-Cortina". Sono alcune delle voci raccolte da Repubblica.

Ma per una candidatura costruita più con logiche geopolitiche che con un vero piano di sviluppo del movimento sportivo, sulla quale pesò come un macigno la chiusura dell'allora sindaco di Torino, Chiara Appendino, il governatore del Veneto Zaia presenta il conto dopo aver dovuto rinunciare al budello. "La scomparsa della pista di Cortina d'Ampezzo determinerebbe",sostiene Zaia, "una rilevante penalizzazione nella distribuzione delle venue di gara tra le città di Milano e Cortina" e, quindì, sarebbe "necessario" affrontare "nelle opportune sedi la rideterminazione ai fini di un'equa assegnazione delle discipline olimpiche".

E per aggiungere la ciliegina su una torta sempre più amara, nella sua personalissima battaglia contro il coinvolgimento di Torino, il governatore lombardo Attilio Fontana sostiene che spostare fuori dai confini la pista non sarebbe "una figuraccia dell'Italia ma un atteggiamento attento e serio" e rilancia St.Moritz. Fontana trascura il fatto che l’Olympia bobrun svizzera è bocciata dai tecnici del settore; lo ha spiegato ieri il grande slittinista azzurro Armin Zoeggeler: "E' una pista naturale, la più antica ancora in uso. Sarebbe un fatto davvero insolito e pieno di rischi. Bella, per carità, una pista naturale ma tecnicamente è tutt’altra cosa dalle piste cui siamo abituati nei grandi eventi. E in caso di caldo o di maltempo, una pista naturale diventa impraticabile. Il calendario olimpico di slittino, bob e skeleton è fittissimo: abbiamo due settimane in tutto, cancellare una gara vuol dire non recuperarla più".

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