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Gaspari, l'Olimpiade in casa che non ci sarà e una promessa: "Faremo il massimo per giocarci le medaglie"

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Gaspari, l'Olimpiade in casa che non ci sarà e una promessa: "Faremo il massimo per giocarci le medaglie"

Nel nostro "OnTalk", a colloquio con Dario Puppo e Alessandro Genuzio, lo skeletonista cortinese ha parlato del caso legato alla pista che non verrà costruita praticamente a due passi da casa, ma gli atleti (attualmente in preparazione a Lillehammer) non molleranno e con il genio di "Willi" Schneider puntano in alto per i Giochi 2026. Anche se il mancato vantaggio sarà evidente per tutti i team azzurri, con l'ipotesi Cesana che rimane complicatissima.

Quasi 90 minuti per raccontare, raccontarsi, reagire.

Mattia Gaspari, collegato in diretta con NEVEITALIA nella serata di venerdì, direttamente dal ritiro delle squadre azzurre di skeleton in quel di Lillehammer, in occasione di un nuovo appuntamento con “OnTalk” assieme al nostro direttore Dario Puppo e al nostro esperto per le discipline del budello, Alessandro Genuzio, ha parlato del caso legato alla mancata ricostruzione della pista olimpica a Cortina, per quei Giochi 2026 che lo specialista nativo proprio della conca ampezzana avrebbe vissuto letteralmente a due passi da casa.

Eppure, con la maturità di chi a 30 anni ne ha vissute tante, Mattia ha analizzato con estrema lucidità l'intera situazione, parlando anche dell'ipotesi Cesana (decisamente lontana, ma lunedì dalla cabina di regia del Governo ne sapremo forse qualcosa in più), l'unica che può mantenere le gare olimpiche di bob, slittino e skeleton in Italia.

Il sogno olimpico proprio in casa è svanito – ci ha detto Gaspari – ma per tutto il movimento, per tutti noi, questa pista era fondamentale in chiave futura. Come sapete, dobbiamo allenarci in giro per il mondo, parlo ovviamente anche dei ragazzi di bob e slittino che viaggiano come noi sempre con la valigia in mano. Il Bon Club Cortina, che ha appena festeggiato 75 anni, ha sempre investito denaro, persone e mezzi per portare avanti le attività pur senza avere una pista, che è la base di tutto e avrebbe dato lavoro a tante persone. Non si tratta solo di allenamenti e gare...”.

Sul piano sportivo, la mancata possibilità di gareggiare a Cortina è un danno non da poco per l'Italia dello skeleton, che proprio dalla scorsa stagione lavora con un autentico genio qual è il tedesco “Willi” Schneider, capace non a caso di portare ad uno storico argento mondiale Amedeo Bagnis. Genuzio ha sottolineato l'investimento della FISI in tal senso, tanto che il presidente Roda non ha proprio mandato giù quanto accaduto con la pista che sarebbe dovuta nascere, e il lavoro enorme svolto negli anni dal dt Oioli per costruire anche uno staff di questo livello. “Girano parecchio le scatole perchè, se ci pensate, da quando lo skeleton è fisso nel programma olimpico (2002), la nazione di casa ha sempre vinto almeno una medaglia, a parte noi a Torino 2006. Il vantaggio è evidente in questa specialità, ma sia chiaro che noi faremo tutto il possibile per essere pronti in qualsiasi posto si disputeranno le gare.

Vorremmo solo poterci allenare nel migliore dei modi, seppur all'estero. Qual è l'alternativa migliore a Cortina per il 2026? Penso che Igls non sia pronta, non ha i requisiti tecnici di un certo tipo e la zona d'arrivo diventa pericolosa con i mezzi che abbiamo attualmente, è sufficiente guardare quanto accaduto con l'infortunio di Flock. Molto meglio sarebbe Sankt Moritz, opterei per quella senza dubbi”.

Con Puppo si è analizzato il pregresso di questa pista “maledetta”, visto che si perse il Mondiale 2011, già assegnato a Cortina e poi andato a Cesana, proprio dove si ipotizza di poter recuperare in extremis una sede italiana per gli appuntamenti del budello nei Giochi azzurri del 2026: “Sì, bastava poco per ristrutturare già a suo tempo – ha risposto ancora Gaspari in merito – Bisognava rifare solo i muretti e l'adeguamento di alcune curve, ma è stato deciso di chiudere tutto dall'amministrazione dell'epoca”.

Il vero motivo per cui si è rinunciato a lavorare sulla “Eugenio Monti”? Più per una questione di tempistiche che di natura economica o legata all'ambiente, anche secondo lo skeletonista che vive proprio a Cortina: “Se avessimo già iniziato con qualcosa sarebbe stato diverso, i tempi sono diventati stretti considerato anche quanto successo con l'inflazione e tutto il resto. Io sono il primo fautore della sostenibilità, ma con le giuste accortezze posso dire, pur non essendo un ingegnere, che si poteva fare sviluppando in tema di recupero energia, come ad esempio fanno ad Altenberg dove in questo sono i numeri 1”.

La diretta, alla quale ha partecipato virtualmente anche la capitana del team femminile dello skeleton italiano, Valentina Margaglio che ha scritto la storia salendo per la prima volta su un podio di CdM e assieme alla quale lo stesso Mattia Gaspari ha conquistato un bronzo mondiale nel 2020, si è conclusa parlando proprio di Cesana e di quel budello dei Giochi Olimpici di Torino 2006 che rimane l'ultima speranza, ma con mille incognite. “Io ho scoperto il bob perchè alla sera i ragazzi non mi facevano dormire scendendo sulla pista di fianco a casa – ha sorriso Mattia ricordando l'infanzia – Il progetto del Bob Club Cortina nella mia scuola ha fatto sì che cominciassi e il corso piloti l'abbiamo fatto proprio a Cesana.

Da lì è nata la passione, sono entrato nel giro della nazionale e ho fatto la scalata, a 30 anni mi diverto ancora tantissimo. Non so se potremo gareggiare lì, ma anche in un'altra nazione la certezza è che competerò fiero della bandiera che rappresento”.

Cliccando QUI, si può rivedere l'intera puntata di “OnTalk” con Mattia Gaspari graditissimo ospite di NEVEITALIA.

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