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Arianna Fontana chiude con una caduta. Sfuma il poker di medaglie

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Short TrackShort Track - Sochi 2014

Arianna Fontana chiude con una caduta. Sfuma il poker di medaglie

Niente medaglia e nessuna chiusura d’Olimpiade da magico e inedito en plein per Arianna Fontana. Ma il giudizio sulla sua fantastica avventura a cinque cerchi non cambia affatto. L’azzurra purtroppo finisce in anticipo il suo percorso a Sochi 2014, dopo aver conquistato tre medaglie nei suoi indimenticabili Giochi. La 23enne valtellinese dà l’addio con troppo anticipo ai sogni di gloria da poker nei quarti di finale dei 1000 metri. L’alfiere dello short track italiano cade al penultimo giro della sua prova conclusiva dopo un contatto con la cinese Fan Kexin. In un’azione di gara convulsa, la Fontana si scontra con l’asiatica e ha la peggio, scivolando irrimediabilmente sul ghiaccio dell’Iceberg Skating Palace. Per lei nessuna possibilità di rientrare in gara e, oltre alla delusione per l’esito di una gara che poteva regalarle altre forti emozioni, arriva anche la squalifica da parte dei giudici. Una “macchia” forse eccessiva dopo un contatto che aveva visto Arianna tentare un sorpasso sulla Fan per giocarsi la seconda posizione, l’ultima utile per l’accesso alle semifinali e quindi alle medaglie.

Arianna Fontana chiude così le sue encomiabili Olimpiadi invernali, in un modo simile a come le aveva iniziate nei 500 metri e proseguite in staffetta: con una caduta. Allora, però, la scivolata le aveva portato una medaglia d’argento dopo la squalifica della sua “carnefice”, la britannica Elise Christie. Stavolta, l’azzurra subisce una squalifica dopo una scivolata. In un quarto di finale tra i più difficili per composizione qualitativa delle concorrenti, tant’è che poteva quasi considerarsi quasi una finale anticipata. Con l’italiana e la cinese Fan, c’erano la coreana Shim Suk-Hee (fresca trionfatrice della Coppa del Mondo generale e sulla distanza) e l’americana Emily Scott. Una gara sembrata subito difficile, ma in cui Arianna è riuscita a battezzare la scia giusta della coreana sin dalle prime fasi, non dopo aver superato Scott e Fan dopo due tornate. In seconda piazza, ha poi rintuzzato dapprima l’attacco di Fan per capitolare al penultimo giro. Poi l’episodio decisivo: la freccia valtellinese ha provato a riconquistare la seconda piazza e con la cinese leggermente avanti e all’interno di pista, è poi finita a terra dopo il tentativo. Non è sembrata, comunque, completamente esente da colpe neanche la Fan, ma la posizione sfavorevole ha portato i giudici a estromettere la Fontana. La gara ha poi visto la vittoria della Shim in 1’29’’356, proprio davanti alla Fan.

Niente quarti di finale per l’altra italiana in lista di partenza, Martina Valcepina. La seconda atleta azzurra che si era guadagnata il passaggio ai quarti, non è scesa in pista per via di un’indisposizione.

Il titolo dei 1000 metri femminili, se l’è aggiudicato la coreana Park Seung-He, precedendo proprio le due protagoniste del quarto di finale con Arianna Fontana: Fan Kexin (argento) e Shim Suk-Hee (bronzo). Grande battaglia però, tra le due coreane: a decretare è stata forse la maggior freddezza ed esperienza della Park (già bronzo sulla stessa distanza ai Giochi del 2010), rispetto alla giovane età di Shim (17 anni), che ha subìto nel finale il sorpasso di Fan.

L’ultima giornata di medaglie a Sochi segna il trionfo pressoché completo per la Russia che legittima il ruolo di vera mattatrice del torneo olimpico maschile di short track, con tre ori su quattro (e con il decisivo aiuto e merito di An). L’apoteosi arriva con la vittoria in staffetta con tanto di nuovo record olimpico. Il quartetto russo (An, Elistratov, Grigorev e Zakharov) trionfa davanti a Stati Uniti e Cina. Tempo super di 6’42’’100 (precedente della Corea in 6’43’’376 a Torino 2006).

La storia della finalissima è emozionante, anche per via dei colpi di scena inaspettati. Alla prima curva scoppia il caos: Cina e Olanda vanno subito a contatto e si estromettono subito dalla vittoria. È un via libera per Russia e Usa, con la sorpresa Kazakistan a seguire. Poi, gli asiatici si staccano gradualmente per il ritmo forsennato e il discorso per l’oro rimane racchiuso al loro per quasi tutti i 45 giri totali. I kazaki non sfruttano un’occasione storica per finire al terzo posto e subiscono la rimonta furiosa di Cina e Olanda. Tra le due sfidanti, poi, la spuntano nel finale i cinesi. I russi, intanto, sfruttano le accelerazioni decisive di An per chiudere i conti con gli americani per l’oro, mandando in visibilio gli spettatori.

Nella prima finale olimpica di serata, Victor An aveva già regalato lo spettacolo assoluto che racchiude in sé l’essenza dello short track. Il coreano naturalizzato russo vince l’oro nei 500, chiudendo il cerchio dei titoli olimpici in bacheca. Nemmeno nella sua incredibile Olimpiade del 2006 (oro sui 1000, 1500 e in staffetta), era riuscito a conquistare il titolo nei 500 (dove fu bronzo). Dopo otto anni, un infortunio grave e un cambio di nazionalità, il fenomeno dei pattini ce l’ha fatta. An regala emozioni fortissime all’Iceberg in trepida attesa e pathos. Dopo una rimonta tra il fenomenale e il fortunoso. Dopo una partenza stranamente appannata, il russo è rimasto in coda per oltre metà gara. Poi, nelle ultime due tornate ha sfruttato dapprima il contatto tra il canadese Cournoyer (poi bronzo) e Liang e mezzo giro più tardi ha sferrato un attacco perfetto al leader della gara il cinese Wu Dajing, argento al termine.

C‘è stata l’ultima occasione per vedere all’opera i ragazzi della squadra italiana maschile: Yuri Confortola, Tommaso Dotti, Anthony Lobello e Davide Viscardi si sono giocati la finale B dopo l’eliminazione in semifinale. In una gara di qualità media forse superiore alla "A", vista la presenza del Canada olimpionico nel 2010, capitanato dal deluso Charles Hamelin e della Corea del Sud, argento nel 2010, gli azzurri hanno chiuso al terzo posto in 6’44’’904, pur rimanendo per molti giri a stretto contatto delle staffette avversarie. Da segnalare l’esordio olimpico assoluto per Davide Viscardi. Il 23enne milanese convocato dai tecnici azzurri Bédard e Gouadec, fino a quel momento, era stato l'unico pattinatore non ancora sceso in pista nella squadra maschile.

Si chiudono qui le Olimpiadi anche per lo short track. Nonostante le vittorie delle formidabili cinesi e coreane (due ori a testa per le due nazioni) non sembra azzardato dire che Arianna Fontana potrebbe giocarsi alla pari il ruolo di protagonista principale a livello femminile. La valtellinese, grazie alla sua maturazione, ha inoltre regalato al pattinaggio su pista corta delle emozioni memorabili in un’edizione dei Giochi Olimpici non esaltanti per lo sport italiano. Le imprese della pattinatrice verranno senz’altro ricordate per molto tempo, nonostante le sia sfuggito il record di salire su tutti e quattro i podi olimpici. Potrebbe essere un motivo più che valido per ripresentarsi tra quattro anni.

In campo maschile, invece, domina il russo Victor An (tre medaglie d’oro), nell’Olimpiade della sua rivincita totale contro chi lo aveva accantonato e abbandonato nella natia Corea. Charles Hamelin si è consolato con un solo oro nei 500, ma il ghiaccio di Sochi è stato maligno nei suoi confronti, visto che è stato messo fuorigioco per delle banali scivolate. Di sicuro, chi dovrà fare autocritica è il team coreano: gli uomini non hanno vinto nessuna medaglia: era accaduto solo ai Giochi di Salt Lake City, nel 2002.

 

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