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Chronos d'Or 2024, il campione dei campioni in Francia è Cyprien Sarrazin: "La più grande emozione il bis a Kitz"

Chronos d'Or 2024, il campione dei campioni in Francia è Cyprien Sarrazin: 'La più grande emozione il bis a Kitz'
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Chronos d'Or 2024, il campione dei campioni in Francia è Cyprien Sarrazin: "La più grande emozione il bis a Kitz"

Mercoledì sera ad Annecy l'undicesima edizione del premio che va all'atleta transalpino di riferimento nell'ultimo inverno: è stato scelto il discesista capace della doppietta sulla Streif (con il trionfo sulla Stelvio in precedenza), che ha raccontato così l'annata della sua esplosione.

Cyprien Sarrazin è stata la rivelazione della stagione nel panorama del circo bianco, probabilmente in senso assoluto considerando anche il circuito femminile, e non è un caso che sia stato assegnato al classe 1994 di Devoluy, località a due passi da Gap, nel cuore delle Alpi, l'11esimo “Chronos d'Or”.

Si tratta del riconoscimento per il “campione dei campioni” in casa Francia, assegnato dai media Le Dauphiné Libéré e Ski Chrono in collaborazione con la federsci transalpina e il dipartimento dell'Alta Savoia. La cerimonia di consegna del premio è avvenuta ieri sera in quel di Annecy, invitando gli atleti dell'Equipe de France che si sono resi protagonisti nell'ultimo inverno di gare.

Sarrazin è reduce da una stagione favolosa, in parte anche sfortunata proprio dopo il suo (doppio) capolavoro più bello, ovvero le vittorie nelle discese sulla Streif, con l'uno-due nel tempio di Kitzbuehel che sembrava poterlo lanciare verso la Coppa del Mondo di specialità. Le successive cancellazioni di Chamonix, l'infortunio di Kvitfjell (non potendo disputare la gara del potenziale sorpasso) e l'ulteriore gara saltata alle finali di Saalbach, quando c'era ancora la possibilità di recuperare i 42 punti di distacco da Marco Odermatt, hanno impedito a “Cyp” di giocarsi davvero la sua prima sfera di cristallo, ma in ogni caso restano i 4 timbri con la discesa di Bormio e il super-g di Wengen ad aggiungersi a quanto realizzato a Kitz.

La più grande emozione è stata proprio la seconda discesa sulla Streif – ha spiegato il velocista francese ai colleghi di “Ski Chrono” nell'intervista dopo aver ritirato il premio – Lì sono davvero esploso di gioia, ma è stata una sensazione differente rispetto all'unico momento per cui ho versato una lacrima post gara, ovvero nel giorno della vittoria di Nils Allegre a Garmisch. Vederlo commosso mi ha portato a piangere per lui”.

L'orgoglio è tanto, a partire da “Bormio, quando mi sono detto di aver realizzato qualcosa di molto importante. Più in generale, l'orgoglio di aver lottato con Odermatt per tutta la stagione: sapevo da qualche anno di poter fare molto bene, ma non certo in tutte le gare. Averlo dimostrato a me stesso, ovvero poter competere là davanti su ogni pista, è stato fondamentale”.

Lo stress? E' stato ben presente in avvio di stagione: “A Beaver Creek ho fatto il miglior tempo nel secondo training e con quasi 1” di margine, sapevo quindi di doverlo ripetere in gara e avevo tanti dubbi sul fatto di poterci riuscire (poi le gare sono state cancellate, ndr). Il secondo episodio a Kitzbuehel, quando ho dovuto parlare in inglese davanti a 3mila persone nel gala post discesa: ho visto però che tutti hanno apprezzato, anche se ho detto cose stupide e non ero pronto per questo”.

Ripercorrendo quelle ore nel tempio tirolese, il 29enne savoiardo aggiunge che “il momento più divertente della stagione è stato al Londoner (il locale più in voga di Kitz, ndr), abbiamo fatto festa dopo due settimane senza sosta tra Wengen e Kitz, è stata una bella ricompensa per tutti”.

Nell'immediato post Saalbach, anche dopo la delusione della mancata discesa finale, Sarrazin ha sempre visto il bicchiere mezzo pieno del suo splendido inverno, ma certo la frustrazione c'è stata “soprattutto per l'infortunio di Kvitfjell, ho capito subito che non avrei potuto gareggiare a breve. Ero triste e arrabbiato, mi sono incolpato perchè era un errore evitabile. Certo è stato in parte frustrante anche non aver potuto disputare l'ultima gara, ma in quel caso non c'era niente che potessimo fare”.

Cosa è cambiato nel polivalente che ha cominciato dal gigante e ora... è un velocista di altissimo livello? “L'aspetto mentale certamente l'aspetto più evidente. Mi sono scoperto uomo, al di là del mio sport, sono molto orgoglioso di aver preso parte a questo sviluppo e penso non ci siano limiti in tal senso. Ho ancora tanto da fare, non voglio fermarmi qui. Mi dico che tutti i momenti brutti che ho vissuto sono accaduti per avere poi qualcosa di buono, come ciò che sto vivendo ora”.

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