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Hirscher, il ritorno del Re - Il pensiero di De Chiesa: "Credo abbia un grande vuoto, gli auguro prima di tutto serenità"

Hirscher, il ritorno del Re - Il pensiero di De Chiesa: 'Credo abbia subito un grande vuoto, gli auguro prima di tutto serenità
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2018 Getty Images

Sci Alpinoil ritorno di hirscher

Hirscher, il ritorno del Re - Il pensiero di De Chiesa: "Credo abbia un grande vuoto, gli auguro prima di tutto serenità"

L'ex alfiere della Valanga Azzurra, voce storica dello sci in Rai e collaboratore di NEVEITALIA da anni, ha fatto le sue riflessioni sul clamoroso ritorno in pista del campionissimo di Annaberg. "La gente si siederà sugli spalti del Colosseo e metaforicamente vorrà vedere scorrere il sangue tra lui, Odermatt, Feller e tutti gli altri, dovesse tornare sul podio sarebbe un marziano. La sua passione è enorme, ma temo abbia sofferto il post agonismo e non vorrei che questo vuoto si allargasse non potendo più recitare il ruolo di mattatore".

Tutti attendono il ritorno del Re, la stagione 2024/25 è improvvisamente e idealmente già cominciata nel momento in cui Marcel Hirscher ha annunciato che gareggerà nuovamente, a 5 anni dal ritiro.

Da un lato c'è tanto entusiasmo da parte degli appassionati, dall'altro anche il timore che non possa più essere il fuoriclasse capace di dominare un decennio e scrivere la storia dello sci. Paolo De Chiesa, a mezzo social, ha detto la sua sul clamoroso comeback del 35enne salisburghese, pronto a tornare sotto bandiera olandese: l'ex slalomista piemontese non ha nascosto i suoi dubbi, ma invita anche a riflessioni sull'aspetto mentale che può aver portato MH89 a prendere questa decisione. E sono parole importanti, da leggere con attenzione: “Sono un po' scettico su questi comeback fuori tempo massimo, non mi riferisco certo a Braathen che rivedremo dopo una sola stagione di stop – le parole della storica voce dello sci - Cinque anni invece sono tanti, Hirscher ha smesso nel 2019 dopo aver vinto otto Coppe del Mondo consecutive, record che reputo difficilmente battibile.

Aveva 30 anni, sopraffatto da stanchezza e stress lasciò, perchè vincere in Austria, dove lo sci è come il calcio in Brasile, pensate solo alla pressione che ha dovuto sopportare. Cos'è successo dopo? Nella sua vita privata le cose non sono andate benissimo, si è separato dalla moglie e poi ha creato questo marchio, Van Deer, correndo ora per l'Olanda ed è un fatto che gli fa onore, non togliendo il posto a nessun ex compagno.

Ha avuto un successo pazzesco con i suoi materiali, era davvero inimmaginabile conquistare subito l'oro mondiale con Kristoffersen, si è aggiunto Haugan che ha già vinto in Coppa del Mondo. Inoltre, un successo amplificato da quanto fatto dalla FIS di Johan Eliasch che, in evidente conflitto di interessi essendo a capo di HEAD, gli ha impedito di esporre il marchio per questioni commerciali (visto l'accordo di Van Deer con Red Bull, ndr).

La gente si è incuriosita ulteriormente, un flop per la FIS e Hirscher ha fatto bingo, assieme ai suoi pupilli”.

Perchè torna Hirscher? De Chiesa analizza il quadro, ma ha le idee decisamente chiare: “Si trova a maneggiare un'arma a doppio taglio: sappiamo bene che partendo col 60 o giù di lì, se arriverà nei primi 30 sarà bravissimo, nei 20 superlativo, nei 10 stratosferico e sul podio... un marziano. Il grande pubblico, però, si siederà sugli spalti del Colosseo e metaforicamente vorrà vedere scorrere il sangue in quell'arena, aspettandosi che Hirscher si scortichi più o meno alla pari con Odermatt in gigante e Feller, vincitore della coppa di slalom. Oppure torna perchè ha una irrefrenabile passione per lo sci, ma è strano succeda dopo 5 anni e la si può declinare in altri modi, come peraltro Marcel ha già fatto scendendo in freeride e risalendo le montagne con le pelli, o allenandosi per provare i suoi sci.

Oppure, ed è l'ipotesi per la quale propendo, Hirscher ha un grande vuoto dentro: non si è adattato alla vita post sci, questa cosa di tornare in pista potrebbe complicare ulteriormente la situazione, non potendo ricoprire per ovvie ragioni il ruolo di mattatore. Spero che questo “buco” per lui non si ingrandisca, gli auguro serenità, più che i risultati. In bocca al lupo, Marcel”.

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