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La Corea del Sud tra i Mondiali Div.IA e le Olimpiadi di casa con 6 americani nel roster

La Corea del Sud tra i Mondiali Div.IA e le Olimpiadi di casa con 6 americani nel roster
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La Corea del Sud tra i Mondiali Div.IA e le Olimpiadi di casa con 6 americani nel roster

Con le pratiche di cittadinanza concluse per Matt Dalton e Eric Regan, sono sei gli hockeysti di origine nordamericana che provano a iniettare esperienza nella squadra ospitante del prossimo torneo olimpico.

Quando nel luglio del 2011, le XXIII Olimpiadi Invernali furono assegnate alla città coreana di Pyeongchang in molti storsero la bocca per una apparente carenza di competitività e di tradizione negli sport invernali della Corea del Sud. Ma i Giochi di Inverno non sono solo Sci Alpino e Sci Nordico dove sicuramente i coreani non hanno mai brillato; solo a Sochi la squadra asiatica ha portato a casa 8 medaglie, tre delle quali d'Oro, nello Short Track (nonostante la defezione di Ahn andato ad arricchire il medagliere dei padroni di casa), nel Pattinaggio di Velocità e nel Pattinaggio Artistico. Solo alcuni mesi fa, Won Yun-jong e Seo Young-woo hanno portato a casa con pieno merito la Coppa del Mondo di Bob a Due inanellando in stagione due vittorie e tre terzi posti, mai fuori dai top ten nelle otto gare del calendario.

In altre discipline il programma di avvicinamento alle Olimpiadi è più complesso come nell'Hockey su Ghiaccio dove, cancellata dopo Torino 2006 la regola che prescriveva l'iscrizione d'ufficio del paese ospitante, la squadra di casa che attualmente è, prima dei Mondiali di Division I A di Katowice dove incrocerà le stecche anche con l'Italia, al ventitreesimo posto del ranking mondiale ha dovuto attendere il via libera dell'International Ice Hockey Federation prima di essere sicura della partecipazione in un girone che vedrà ai nastri di partenza il Canada, la Repubblica Ceca e la Svizzera. Peraltro a Seul i tesserati sono meno di 2000 dei quali solo un 10% maschi adulti, un bacino di più o meno 170 praticanti ai quali attingere per costruire una nazionale competitiva. Andando contro molti dei suoi principi culturali, la Corea ha aperto la porta a giocatori di origine americana per rinforzare la squadra.

Il primo a ottenere la cittadinanza, tre anni fa, è stato il canadese Brock Radunske, primo atleta professionista straniero a diventare sud-coreano. Nato nel 1983 in Ontario, Radunske fu scelto dagli Edmonton Oilers nel 2002 ma non andò mai oltre la AHL fino al 2007-08 quando nella DEL tedesca giocò negli Augsburger Panther. E' a maggio del 2008 che firma per gli Anyang Halla, si trasferisce in Corea è lì ancora gioca dopo aver esordito nella nazionale asiatica ai Mondiali di Division I A del 2013.

Nel frattempo la Federazione coreana ha anche battuto la strada finlandese ma con un metodo diverso: nell'estate del 2013 ha acquistato il Kiekko-Vantaa, squadra di seconda divisione, e ha spedito cinque giocatori nel Nord Europa. L'esperienza non fu felicissima e presto i cinque ritornarono nella madre patria anche se Shin Sanghoon, Kim Wonjun e Ahn Jin Hui continuano a essere nel roster della Nazionale a Katowice.

Il programma olimpico e, in generale, il difficile compito di sviluppare il movimento hockeystico coreano è stato affidato nell'estate del 2014 a Jim Paek, primo giocatore di origini coreane a giocare nella NHL dal 1990 al 1995, nei Pittsburgh Penguins dove vide per due volte il suo nome scritto tra i vincitori della Stanley Cup, nei Kings e nei Senators.

In questi due anni altri giocatori nord-americani si sono visti riconoscere la cittadinanza sudcoreana: il canadese Michael Swift, lo statunitense Mike Testwuide e i difensori canadesi Bryan Young e Eric Regan tutti originari dalle serie minori nordamericane con qualche apparizione in AHL. L'ultimo in ordine di tempo ad ottenere la cittadinanza e farà il suo esordio a Katowice è il portiere ventinovenne Matt Dalton, per lui un contratto come free agent con i Boston Bruins senza mai scendere in campo e tre stagioni, dal 2011 al 2014 nella KHL prima di trasferirsi all'Anyang Halla.

Nella stessa ondata di cittadinanza per "necessità" olimpiche del mese scorso oltre a Regan e Dalton sono diventati sudcoreani anche i biathleti russi Anna Boulygina Frolina, quarta a Sochi nella Sprint e campionessa del mondo di staffetta nel 2009 e Alexander Starodubets, settimo nell'Inseguimento ai Mondiali Junior del 2012.

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