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Fabian Bourzat: "Il libero è il nostro pezzo forte"

Fabian Bourzat: 'Il libero è il nostro pezzo forte'
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Figure SkatingFigure skating - interviste

Fabian Bourzat: "Il libero è il nostro pezzo forte"

Le gare del Trophèe Eric Bompard, quinta tappa di gran prix stagionale, devono ancora cominciare ma la squadra francese è già stata invitata in sala stampa per una conferenza con i media presenti all’evento. Ecco le dichiarazioni rilasciate da una delle punte di diamante del team, la coppia di danza formata da Nathalie Pechalat e Fabian Bourzat.

Si ringrazia Tatjana Flade per la traduzione dal francese all’inglese.

Come commentate la gara della Cup of China, la vostra prima tappa di gran prix?

Nathalie Pechalat: E’ andata bene, è stata una bella vittoria ed era importante. Sul momento sapevamo di aver dato del nostro meglio ma dipendeva anche dalla performance dei russi. La Cup of China ci ha dato un gran sollievo, un bel punto di partenza per costruire la stagione.

Cosa ci potete dire della short dance eseguita in quell’occasione?

Nathalie Pechalat: Non è andata male, abbiamo lottato molto fino alla fine. C’era una bella energia nel programma fino al sollevamento, che è risultato un po’ affrettato. Abbiamo ricevuto una deduzione per caduta, ma non c’è stata alcuna caduta. E’ stato uno shock leggere i protocolli di gara, è stato frustrante, anche i livelli erano minor rispetto a quelli dei nostro precedenti gran prix.Ma, alla fine, tutti prendono livelli bassi nella short dance. Il piccolo errore al termine del programma non ha inficiato la prestazione in generale. Solo il finale, dopo questa difficoltà, non è stato perfetto; ma fino ad allora stavamo eseguendo una buona prestazione e l’errore non ha rovinato l’impressione generale.

Su cosa avete lavorato in particolare dopo la tappa cinese?

Nathalie Pechalat: Sul carattere del foxtrot e del finnstep, e anche sull’ultimo sollevamento. Eravamo molto concentrati sulla short dance, poiché ci rimanevano solo 10 giorni di lavoro prima di questa tappa. Abbiamo avuto dei feedback dettagliati dai giudici per quanto riguarda il libero, quindi abbiamo lavorato sul libero in base a queste osservazioni.

Fabian Bourzat: Ci sono state più critiche sulla short dance piuttosto che sul libero. Non abbiamo scelto un classico stile di ballo da sala, abbiamo preferito lo stile cabaret. I giudici ci hanno detto che avrebbero vedere più ballo da sala nello short, quindi abbiamo cercato di puntare più su quello stile per dar loro quello che vogliono vedere. Abbiamo dovuto accettare qualche compromesso cercando comunque di mantenere i personaggi originari della short dance. Per quanto riguarda il libero, è piaciuta la poesia dei nostri personaggi, non abbiamo avuto problemi di carattere tecnico o sui sollevamenti durante la tappa cinese. Ai Master di Francia avevamo un sollevamento coreografico come quello che eseguivamo nella short dance sui ritmi latini (dove Nathalie capovolge Fabian), ma ci è stato detto che non sarebbe stato considerato come sollevamento coreografico, quindi lo abbiamo cambiato. Adesso vedremo come saranno accolti entrambi i nostri programmi nella tappa francese. Abbiamo lavorato sodo per fare dei progressi sulle transizioni, la tecnica e l’espressione.

Avete apportato molti cambiamenti alla short dance?

Nathalie Pechalat: La short dance è molto limitata per via del regolamento, noi cerchiamo sempre di proporre qualcosa di alternativo ma è difficile. E’ un peccato perché adesso tutte le short dance sono uguali tra di loro. Noi ricerchiamo sempre qualcosa di diverso, ma siamo costretti a fare quello che fanno tutti gli altri, come dei robot, per noi è frustrante. Uno penserebbe che la short dance sia proprio come l’original dance: ti viene dato un tema e tu lo interpreti. Ma non è così. E’ frustrante perché non si ha libertà.

Quanto è stato importante per voi battere la coppia russa Bobrova/Soloviev?

Nathalie Pechalat: Era importante fare meglio di loro. L’ultima volta che ci siamo scontrati con questa coppia  è stato ai mondiali; prima, agli europei, eravamo infortunati. Alla tappa cinese ci siamo presentati con la voglia di dimostrare che non siamo finiti, che siamo ancora qui e facciamo ancora progressi. Psicologicamente non è stato facile per noi, mentalmente non eravamo in vantaggio. Volevamo dimostrare alla gente che può ancora contare su di noi e che possiamo ambire ad una medaglia ai Giochi Olimpici.

Fabian Bourzat: Bobrova/Soloviev si sono piazzati meglio di noi ai mondiali, sono arrivati terzi e noi sesti. Nella testa dei giudici, loro sono meglio di noi, ma nonostante un inizio difficile con la short dance, durante la Cup of China siamo stati in grado di vincere con il libero. E’ stato molto importante per noi, così sappiamo che se a Sochi ci staranno davanti nello short, abbiamo ancora una possibilità di medaglia giocandocela con il libero. Sapremmo che non tutto è perduto, come accadde agli Europei di Sheffield dove abbiamo vinto dopo un secondo posto nella short dance. Il libero è il nostro pezzo forte, combatteremo duramente fino alla fine. Siamo sicuri del nostro livello tecnico, della nostra condizione fisica e della qualità del nostro pattinaggio. Abbiamo degli allenatori di altissimo livello e non abbiamo problemi a fare in gara quel che eseguiamo ogni giorno in allenamento.

Nathalie Pechalat: L’atmosfera della short dance è ancora quella originaria. Da una parte ai giudici piace vedere qualcosa di diverso, tuttavia non bisogna esagerare. Per esempio, volevano che i nostri costumi fossero un po’ più colorati, quindi agli europei saranno diversi.

Cosa avete fatto dopo la Cup of China?

Fabian Bourzat: siamo rimasti per una settimana poiché altrimenti saremmo dovuti ritornare a Detroit e dopodiché in Francia. Perciò ci siamo allenati lì per una settimana e poi Mercoledì siamo tornati a Lione. Dopo questa tappa francese ritorneremo negli Stati Uniti, poi in finale di gran prix ed ai nazionali francesi.


(per quanto riguarda la gara olimpica)

Fabian Bourzat: Le Olimpiadi sono in Russia ma i giudici sono internazionali, quindi sappiamo che se pattiniamo al nostro meglio ci piazzeremo meglio dei russi. Altri concorrenti molto forti sono gli americani, i canadesi, la seconda coppia canadese.

Nathalie Pechalat: Ad ogni gara corrisponde un diverso pannello di giudici, ecco perché è importante fare diverse gare internazionali, per farsi giudicare da una varietà di giudici. I programmi sono stati accolti bene alla Cup of China: durante il primo sollevamento del libero (quello a testa in giù), il pubblico ha fatto una grande ovazione, è stato bello.

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