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Con BOA® Fit System una nuova generazione di scarponi per lo sci alpino.

Con BOA® Fit System una nuova generazione di scarponi per lo sci alpino.
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Mirja Geh - Boa System

ScarponiL'intervista

Con BOA® Fit System una nuova generazione di scarponi per lo sci alpino.

I “ganci” degli scarponi da sci alpino hanno segnato tre generazioni di sciatori. Il ricordo delle prime sciate di ognuno di noi è legato all’odiata e amata esperienza di chiudere lo scarpone. 
Dopo tanti anni il nuovo sistema BOA® Fit System sembra essere destinato a rivoluzionare questo mondo.

Nella stagione 2023/2024 quattro importanti brand di scarponi da sci (Atomic, Fischer, K2, Salomon) hanno introdotto nel loro catalogo alcuni modelli di scarponi da sci alpino con la chiusura BOA®.  Per la prossima stagione il brand K2 avrà la chiusura BOA® su tutte le linee degli scarponi da sci alpino, altri brand proporranno una gamma più ampia, nuovi marchi come Nordica e Tecnica inizieranno con la prossima stagione a introdurre questo meccanismo di chiusura.  Anche Head sta lavorando in questa direzione e ha fatto trapelare le foto dei primi prototipi.

Si profila un cambiamento importante in un settore poco predisposto alle rivoluzioni e Neveitalia vi porta a scoprire quali sono stati i passi che ci hanno portato a questo punto.  Abbiamo intervistato in proposito Alessandro Manzato, direttore del centro di innovazione e sviluppo EMEA di BOA® Fit System.

Abbiamo visto implementazioni del sistema BOA® in vari ambiti da tanti anni, ma riuscire a sviluppare un sistema di fissaggio efficace che sopporti la tensione creata dalle plastiche dure degli scarponi a basse temperature non deve essere stato facile, quanto è durato il processo di sviluppo?

Il sistema BOA® è nato nel 2001 per gli scarponi da snowboard. I vantaggi rispetto alle chiusure tradizionali erano importanti, venivano eliminati i fastidiosi lacci e diventava possibile avere una micro-regolazione della chiusura, per un fit preciso e performante.
Lo sviluppo del primo prototipo destinato agli scarponi per lo Sci Alpino risale al 2015 partendo dai sistemi già utilizzati nel mondo dello snowboard. Benni Raich era coinvolto già dai primi test sulla neve e ha dato un contributo fondamentale. Dall’inverno 2016/2017 sono stati fatti passi importanti su una piattaforma completamente nuova, pensata per le forti sollecitazioni in gioco.  Si tratta forse del progetto più ambizioso nei venti anni di storia di BOA® e prima di rendere il nuovo sistema disponibile in commercio i test sono stati condotti a tutti i livelli.

Relativamente al gruppo di progettazione e sviluppo, quanti ingegneri sono stati coinvolti nel processo di sviluppo?

Credo più di venti, ma difficile contare tutti quelli che nel corso degli oltre 5 anni di sviluppo, hanno contribuito al progetto.
Ci sono state varie fasi, dalla valutazione di fattibilità iniziale, testando i primi prototipi con i sistemi da snowboard passando per una lunga fase di ingegnerizzazione, in cui sono stati progettati tutti i componenti, seguita da un altrettanto lunga fase di test in laboratorio e su neve, con oltre 50.000 ore combinate di test e più di 50 tester in pista (e fuori) per oltre due stagioni.
Inoltre, in parallelo abbiamo effettuato studi di implementazione sugli scarponi, sviluppato nuove configurazioni e lo scorso anno abbiamo pubblicato uno studio di validazione biomeccanica su Frontier in Sports, dove esponiamo i vantaggi che BOA® porta in termini di prestazioni: una migliore distribuzione della pressione sul dorso del piede con una riduzione del 13% del picco di pressione, pur garantendo una calzata precisa e uniforme, combinato ad un miglioramento della risposta e del trasferimento di potenza durante le curve, con aumento fino al 6% delle forze di picco sotto il piede ed un miglioramento del 10% di forza trasferita all'inizio della curva.

Nello sviluppo del prodotto quale è stato il componente su cui avete dovuto lavorare di più? Il cavo, le carrucole, i posizionamenti, il meccanismo di tensionamento?

Sicuramente il meccanismo, in quanto è il cuore del sistema e perché non avevamo mai progettato un sistema che riuscisse a generare tali tensioni nel laccio.
Abbiamo dovuto attingere da tutte le conoscenze e l’esperienza acquisite in vent’anni per riuscire a raggiungere forze così elevate, pur cercando di mantenere dimensioni contenute ed un’ergonomia ottimale.
Tuttavia, una volta fissati i parametri desiderati, la difficoltà maggiore è stata allineare tutti i componenti, meccanismo, laccio e guide agli stessi requisiti, intervenendo su quello che diventava di volta in volta l’elemento più debole, per arrivare a garantire gli standard di tensione e durabilità prefissati.

Abbiamo visto dei prototipi relativi all’introduzione del BOA® anche sul gambetto (Head). Quali sono le differenze tra l’integrazione del BOA® sullo scafo e sul gambetto?

Fin dall’inizio il nostro obbiettivo è stato di migliorare fit e performance sull’intero scarpone da sci.
Le configurazioni con doppio meccanismo saranno disponibili per i consumatori nei prossimi anni e come per la soluzione attualmente presente sullo scafo, offriranno un'esperienza utente elevata, una calzata precisa, micro-regolabile e un vantaggio prestazionale comprovato, fornito da un avvolgimento ideale sia del piede che della gamba.

Durante i test nelle fasi di sviluppo immagino avete testato prodotti molto diversi tra di loro con forze in gioco anche molto diverse (scarponi pista, scarponi race più duri, scarpe all mountain con il pin).

Il sistema è stato concepito sai per gli scarponi da pista più performanti che per un utilizzo freeride in campo aperto, per questo abbiamo testato un ampio range di prodotti, da quelli tradizionali molto rigidi ispirati alle gare, ai modelli all-mountain con meccanismo ski-walk e attacchi pin.
Il risultato ha raggiunto un livello di forza e tenuta tali, che nei successivi test race, ci ha permesso di approvare lo stesso sistema anche per l’utilizzo agonistico ed in coppa del mondo.
In definitiva la piattaforma e i componenti sono gli stessi per tutti gli scarponi nel contesto “Alpine”, dal Freeride alla Coppa del Mondo di Sci Alpino.

BOA® prescrive indicazioni ai brand utilizzatori in base ai diversi tipi di utilizzo, oppure c’è una soluzione che va bene per tutto?

Ci sono istruzioni precise che forniamo ai marchi quando sviluppano modelli BOA® e dobbiamo approvare ogni progetto prima che vada sul mercato, non per insegnare ai brand il loro mestiere, ma per essere certi di poter offrire la garanzia a vita sul sistema BOA® su tutti gli scarponi di tutti i brand. Poi abbiamo indicazioni diverse in base alla tipologia di scarpone e l’utilizzo previsto.
Se poi c’è una rottura, che può verificarsi ovviamente in casi estremi o sfortunati, offriamo gratuitamente pezzi di ricambio nei negozi, negli store online oppure contattando direttamente BOA®.
BOA® offre supporto e training per i negozianti che vogliono offrire il servizio di assistenza ed oggi sono numerosissimi i negozi che sono già attrezzati in questo senso. In particolare il programma di training si è concentrato verso i negozi che si trovano nelle località sciistiche, poiché in quegli ambiti, nell’eventualità di una rottura, si possa procedere alla sostituzione in tempi rapidissimi. La sostituzione del meccanismo in garanzia può essere completata in pochi minuti

Rispetto a un anno fa, oggi anche i brand del Gruppo Tecnica hanno in produzione una linea di scarponi da pista con la chiusura BOA®, il marchio austriaco Head ha fatto trapelare delle foto di alcuni prototipi. Il ventaglio di brand che utilizzano BOA® si amplia sempre di più.  Allo stesso tempo gli altri Brand che hanno iniziato un anno fa questa esperienza stanno ampliando la loro offerta introducendo più modelli e varianti basate su BOA®.   Questo successo ha comportato anche delle problematiche dal punto di vista della produzione e della logistica?

Dobbiamo ammettere che una così immediata apertura da parte dei marchi ed ancora più importante, il positivo riscontro sul mercato, sono andati oltre le nostre aspettative.  Come per ogni nuova tecnologia che viene lanciata, le prime fasi sono critiche per verificare che tutti i processi siano efficaci a garantire gli standard prefissati, anche in produzioni di massa.   Pertanto, all’inizio abbiamo tenuto un approccio cauto, focalizzato sulla qualità produttiva piuttosto che la quantità, ma abbiamo in atto precisi piani per essere sicuri di poter far fronte alle future richieste da parte di tutto il settore.

Maggiori informazioni: www.boafit.com

 

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