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Nenzi: "Ho pagato la troppa tensione. Ma un buon piazzamento era alla portata”

Nenzi: “Ha inciso la troppa tensione per le Olimpiadi. Il livello era alto ma non proibitivo”
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Speed SkatingSpeed Skating - Sochi 2014

Nenzi: "Ho pagato la troppa tensione. Ma un buon piazzamento era alla portata”

Le dichiarazioni, in esclusiva per Neveitalia, di Mirko Giacomo Nenzi al termine della sua seconda gara olimpica a Sochi: i 1000 metri di pattinaggio di velocità.

Da possibile grande speranza dello speed skating azzurro, a grande deluso dopo due gare chiuse sotto le sue aspettative. Mirko Giacomo Nenzi mostra la sua delusione al termine dei 1000 metri olimpici, chiusi al 25esimo posto a 1’’93 dal vincitore, l’olandese Stefan Groothuis. La gara disputatasi nel pomeriggio rappresentava la grande occasione per tentare un piazzamento davvero importante, ma il veneto classe 1989 ha patito la tensione piombatagli addosso per la sua prima Olimpiade.

Giunti a metà del programma olimpico di pattinaggio di velocità e a due delle tre provi in cui si è riuscito a qualificare, l’azzurro è ampiamente dispiaciuto per le sue prestazioni. Anche se potrò tentare di rifarsi nei 1500 metri in programma tra due giorni. «Ci ho provato – spiega  Nenzi - però ero molto teso. Ero all’esordio alle Olimpiadi e ho pattinato con tanto nervosismo. Sia nei 500 di lunedì scorso (chiusi al 28esimo posto, ndr) sia oggi nei 1000 metri. Mi è mancata la testa, mi secca ammetterlo, ma è andata così. Mi sono agitato troppo e ho aggiunto tensione in me. Ne ho parlato anche con gli allenatori e ne erano anche loro rammaricati».

Per quanto riguarda i 1000, Nenzi trova le spiegazioni della sua controprestazione. «Non sono partito troppo forte, in realtà. Il risultato è dovuto al fatto che ho pattinato proprio male. Ero troppo contratto e ho sprecato troppe energie per completare un giro che, in fin dei conti, non era velocissimo. In altre occasioni ho fatto di meglio realizzando i tempi che hanno raggiunto oggi i primi. Per questo era una gara abbordabile per me. Essere in corsia esterna non mi ha penalizzato eccessivamente, ma in questo caso mi sono mancate proprio le gambe. E proprio quando ne avevo bisogno. È andata così. Rimane qualche rimpianto. Sarebbe stato difficile puntare al podio, ma sicuramente un piazzamento nei primi dieci era alla mia portata, bastava finire in 1’09’3. Non era un tempo facile, ma non proibitivo».

Sul prossimo impegno olimpico, i 1500, l’azzurro fa il punto della situazione. «Non è la mia distanza ideale, ma li farò per divertirmi e per fare altra esperienza. Nei prossimi quattro anni ci sarà da lavorare tanto. Perché sappiamo di poter diventare protagonisti. Lo abbiamo già dimostrato. Il problema della stagione in corso, per me, è dovuto al fatto che sono stato abbastanza altalenante nelle prestazioni. Tra le gare di Coppa ad Astana (a fine novembre, dove ha trovato il primo podio in Coppa del Mondo, ndr) e Berlino (a inizio dicembre, ndr) c’è stato un peggioramento. Qualche giorno più tardi, alle Universiadi, ho avuto un nuovo picco. Non saprei se sono arrivato in scarsa condizione qui, ma sono certo che la tensione mi ha giocato un brutto scherzo».

Il pattinatore in forza alle Fiamme Gialle, commenta anche l’exploit di proporzioni mostruose della squadra Olanda. La vera nazione dominatrice tra gli uomini, con tre titoli olimpici in altrettante gare finora disputate. «Hanno vinto otto medaglie sulle nove disponibili : un risultato incredibile! Non mi sarei aspettato questo grande successo da parte loro. Ma il loro livello è altissimo. Mi è dispiaciuto anche per Shani (Davis, ndr) che finora aveva letteralmente dominato la stagione e si è ritrovato di fronte degli avversari a livelli pazzeschi. Per Morrison (canadese nuovo vicecampione olimpico) sono molto contento per lui. Un anno fa si era rotto una gamba e ha fatto una grande fatica per ritornare sui suoi livelli».

Infine, il pattinatore azzurro commenta il momento della Nazionale azzurra e ritorna anche sui 1500 metri in programma venerdì prossimo. Mirko non fa molte previsioni: «Siamo tutti alla prima esperienza olimpica (cinque dei sei azzurri erano infatti esordienti assoluti, ndr) e il risultato migliore è arrivato con Giovannini, che ha fatto un 17esimo posto nei 5000. Adesso mi concentrerò sui 1500 a cui parteciperà anche Matteo Anesi – rammarico per non poter gareggiare nell’inseguimento a squadre, vista la qualificazione non raggiunta? – Certo, c’è. Però anche in quel caso, il livello degli altri è stato veramente alto. Noi abbiamo sempre il problema di non avere delle piste al coperto – sottolinea Nenzi – e facciamo molta fatica ad allenarci in estate. La nostra stagione parte dopo quella delle altre squadre. È il motivo principale per cui facciamo più fatica ad ingranare nelle prime gare d’inverno. Come si è visto anche quest’anno dalla seconda parte di stagione, abbiamo iniziato a carburare, vedi anche alle Universiadi. Speravamo che qui a Sochi si potesse toccare l'apice, ma non è andata così».

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