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Vesna Fabjan: “”Volevo lasciare lo sci di fondo”

Vesna Fabjan: “”Volevo lasciare lo sci di fondo”
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Sci NordicoSci di fondo - Slovenia

Vesna Fabjan: “”Volevo lasciare lo sci di fondo”

È stata un’estate travagliata quella di Vesna Fabjan; al punto che la 31enne slovena – due vittorie in Coppa del Mondo e un bronzo olimpico, tutti in sprint a tecnica libera – ha addirittura contemplato l’ipotesi del ritiro.

La Slovenia ha affidato il ruolo di capo allenatore, a partire da questa stagione, all’italiano Stefano Saracco, chiamato a sostituire Marko Gracer. L'atleta non ha gradito, e i rapporti con la federazione si sono progressivamente deteriorati. La situazione è degenerata tanto da indurre Fabjan a considerare l'addio al fondo: “Se non hai le giuste motivazioni, non ha senso andare avanti. Mi sentivo a disagio a tal punto che non vedevo ragioni per continuare. Mi ci è voluto un po’ per tornare sui miei passi”.
Le parti in causa hanno trovato alla fine un accordo: Saracco guida la squadra slovena, ma Fabjan continua a lavorare con Gracer. I due gruppi si uniscono occasionalmente: “La maggior parte del lavoro lo faccio separatamente rispetto al resto della squadra”, ha spiegato l’atleta. “Ci sono comunque alcuni allenamenti – sprint in particolare – che facciamo assieme”.
L’abituale compagna di allenamenti di Fabjan, che ha appena terminato uno stage a Ramsau, è la croata Vedrana Malec, che già negli anni scorsi era solita unirsi alla nazionale slovena.
Gli strascichi della querelle di inizio estate potrebbero riverberarsi sulla condizione con la quale Fabjan approccerà la stagione: “Ho paura che questa vicenda influirà sulla mia preparazione. Quei mesi sono stati davvero difficili”. La terza classificata della sprint di Sochi si dice in ogni caso soddisfatta del lavoro svolto in seguito: “Credo nel programma che sto seguendo. Adesso mi sento bene, e questa è la cosa più importante”.
Fabjan ha ottenuto buoni riscontri nei test di Trondheim, ma circa eventuali possibilità di medaglia ai Mondiali di Lahti mantiene un basso profilo: “Non credo che le medaglie siano prevedibili, per quanto si possa essere ben preparati. Il successo dipende da tantissimi fattori, e in quel giorno, quell’ora, quel minuto, devono allinearsi tutti. Noi lavoriamo per questo, perciò sono molto motivata. Gli obiettivi sono ambiziosi, ma il risultato è impossibile da pronosticare. Le medaglie non si comprano in negozio”.
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