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Il trono di Peter Prevc è attaccabile? [Presentazione della stagione]

Il trono di Peter Prevc è attaccabile? [Presentazione della stagione]
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Sci NordicoSalto maschile

Il trono di Peter Prevc è attaccabile? [Presentazione della stagione]

Giovedì, con la qualificazione alla prima gara di Ruka, prenderà ufficialmente il via la XXXVIII Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci. Nonostante la scorsa stagione abbia avuto un indiscusso dominatore, c’è curiosità per capire quali saranno i valori in campo, poiché la disciplina si presta a repentini stravolgimenti nei rapporti di forza.

Il 2015-’16 è entrato nella storia come la stagione dei record di Peter Prevc. Nello scorso inverno lo sloveno è diventato il primo uomo capace di vincere tutte le competizioni di primo livello in una singola annata agonistica (nella fattispecie Coppa del Mondo, Coppetta di Volo con gli Sci, Tournée dei Quattro Trampolini e oro mondiale di volo), stabilendo inoltre il primato di punti (2303), quello di vittorie (15 in Coppa del Mondo +1 mondiali di volo), quello di podi (22+1) e quello di serie vinte (33+2).

Un dominio marcatissimo, senza precedenti nella storia. Alla luce di quanto visto dodici mesi orsono è impossibile non considerare il ventiquattrenne dell’Alta Carniola come il favorito numero uno per la conquista della Sfera di cristallo. La sua off-season è filata via tranquilla, senza intoppo alcuno, e le prestazioni estive – buone, ma non eccezionali – non sono certo termometro affidabile della sua competitività, in quanto non aveva alcun bisogno di impegnarsi a fondo. Verosimilmente il GP è stato affrontato esclusivamente per tenersi in allenamento.

Se Prevc dovesse ripresentarsi nelle stesse condizioni della passata stagione, allora rischia di non esserci trippa per gatti. Difficilmente quanto realizzato nel 2015-’16 potrà essere ripetibile, ma lo sloveno ammirato nell'ultimo inverno alla lunga fiaccherebbe qualsiasi resistenza.

A giocare contro di lui c’è solo la storia recente della disciplina. Nell’ultimo decennio nessuno è riuscito a vincere due Coppe del Mondo consecutive. L’ultimo ad aver realizzato tale impresa è stato Janne Ahonen nel biennio 2003-’04 e 2004-’05. Tuttavia, può farsi spaventare dalla cabala un uomo che lo scorso anno si è spinto dove nessuno aveva mai osato? Peraltro a cavallo del XX e XXI secolo, le doppiette (o triplette) in tema di Sfere di cristallo erano la normalità (oltre al già citato Ahonen, basti ricordare i casi di Andreas Goldberg, Primoz Peterka, Martin Schmitt e Adam Malysz).

Assodato che Prevc parte dalla pole position per la conquista della classifica generale, chi potrebbe essere l’avversario in grado di mettergli i bastoni tra le ruote?

Il primo nome da fare è obbligatoriamente quello di Severin Freund, che oltre ad aver vinto la Coppa del Mondo 2014-’15 si è piazzato terzo nella graduatoria assoluta della stagione precedente e secondo in quella successiva. Il tedesco è indubbiamente dotato del talento, della stabilità tecnica e della regolarità necessaria per battagliare con il buon Peter. Tuttavia la sua estate si è rivelata tutt’altro che semplice.

Il ventottenne bavarese infatti si è dovuto sottoporre a un’operazione all’anca in primavera, perdendo quattro mesi di allenamenti. Il suo rientro in gara sul finire del Summer Grand Prix è stato incoraggiante, ma è comunque apparso (comprensibilmente) lontano dalle sue giornate migliori. La condizione atletica è quindi un’incognita che potrà essere sciolta solo dalla prova del campo. Il vero Freund potrebbe rappresentare un valido e credibile rivale, ma bisognerà capire se potremo ammirarlo.

Chi sicuramente non vedremo in azione è Kenneth Gangnes, terza forza del 2015-’16. In giugno il norvegese – tanto talentuoso quanto sfortunato – è incappato nell’ennesimo infortunio ai legamenti crociati del ginocchio, facendo capire di essere pessimista anche nell’ottica di recuperare in tempo per i Mondiali di Lahti (22 febbraio – 5 marzo).

Il prosperoso movimento scandinavo, seppur privato del proprio leader, potrebbe però contare comunque su una carta in grado di lottare per la Sfera di cristallo. Si tratta del giovane Johann Andre Forfang, classe 1995 salito prepotentemente alla ribalta soprattutto nella seconda parte dell’ultimo inverno. Il ventunenne di Tromsø si è proposto come una sorta di piccolo clone del già citato Freund e di conseguenza non è da escludere abbia tutte le carte in regola per lottare quantomeno per il podio della classifica generale. Tra i fiordi sono invece più contenute le possibilità di Anders Fannemel e Daniel-Andre Tande. Entrambi saranno capaci di impressionanti picchi, ma la loro tecnica di salto – almeno quella vista sinora – mal si adatta a determinate condizioni meteo (leggasi quelle con vento alle spalle).

In casa Austria si attendono grandi cose da Stefan Kraft e Michael Hayböck, ormai entrati in pianta stabile nell’elite assoluta.  Entrambi lotteranno per i traguardi più prestigiosi e sarà sorprendente non vederli nelle posizioni di vertice. Strada facendo il movimento rot-weiß -rot dovrebbe recuperare anche un Gregor Schlierenzauer rigenerato nell’animo, seppur reduce da un grave infortunio. Vi sarà grande interesse per capire quale sarà il livello a cui si ripresenterà il tirolese, a cui attualmente va assegnato il singolare status di “fenomeno decaduto”

La curiosità maggiore riguarderà però la Polonia, che ha cambiato guida tecnica, affidandosi all’austriaco Stefan Horngacher. Il rendimento estivo è stato entusiasmante, ma confermarsi in inverno non è affatto scontato. C’è grande attesa soprattutto attorno a due nomi. Il primo è ovviamente quello di Kamil Stoch, che dopo l’annata di grazia 2013-’14 – in cui ha vinto la Coppa del Mondo e due ori olimpici – ha dovuto fare i conti con qualche problema fisico di troppo, sprofondando poi in una crisi tecnica e di fiducia. Se il ventinovenne di Zakopane dovesse uscire dal pantano in cui è finito, allora potrebbe automaticamente riproporsi al vertice della disciplina. Il secondo polacco da tenere d’occhio sarà Maciej Kot, autore di un’estate semplicemente impressionante  in cui ha vinto a mani basse il Summer Grand Prix ricordando, a tratti, il miglior Prevc.  La neve è altro affare rispetto alla plastica, ma non va dimenticato come dodici mesi orsono il GP fu viatico per l’esplosione definitiva di Gangnes.

Sarà sicuramente interessante appassionarsi alle gesta di Noriaki Kasai, per il quale ormai sono terminati gli aggettivi. A 44 anni l’inossidabile nipponico appare impermeabile al passare del tempo e, da numero uno del movimento giapponese, si appresta a battere ulteriori record di longevità, oltre a rappresentare un serio candidato per entrare nella top ten della classifica generale. In tema di veterani, non appare rosea invece la situazione di Simon Ammann, che ha dichiarato come questa stagione per lui sarà decisiva: se non dovesse più essere competitivo (e dopo la terribile caduta di Bischofshofen del gennaio 2015 raramente lo è stato), potrebbe decidere di appendere gli sci al chiodo.

In un ambiente di livello altissimo saranno parecchi gli atleti che si presenteranno a turno nei quartieri più nobili della classifica. Fra di essi ve ne sono tre da seguire con grande attenzione, in quanto dotati delle carte in regola per irrompere nell’empireo della disciplina. In primis il ragazzino terribile Domen Prevc, fratello minore di Peter, già issatosi sul podio nella passata stagione grazie a una tecnica estrema e all’incoscienza dei sedici anni. Sarà interessante capire se lo staff sloveno ha impostato un lavoro a lungo termine su di lui, cercando di rendere più solido il sistema di salto di un atleta dalla potenzialità enorme. Quest'ultima caratteristica appartiene anche al ventunenne Andreas Wellinger, che però (anche a causa di qualche contrattempo di troppo) da un biennio appare essersi plafonato senza riuscire a effettuare quell’ulteriore e indispensabile passo avanti verso quell’elite assoluta,dove invece è già entrato in passato Roman Koudelka. Il ceco è sicuramente più agée rispetto agli altri due (gli anni sono 27), ma ha la curiosa tendenza ad alternare stagioni di altissimo livello ad altre anonime o quasi; e l’ultima non è certo stata memorabile.

Infine due parole sull’Italia. Il movimento azzurro ha cambiato guida tecnica, affidandosi a Lukasz Kruczek, che dopo 8 anni ha lasciato il timone della Polonia. Durante l’estate i risultati sono stati indubbiamente incoraggianti con Davide Bresadola, Sebastian Colloredo e Alex Insam tutti capaci di salire sul podio a livello cadetto. La Coppa del Mondo è un altro paio di maniche, ma di sicuro l’Italia sa di poter contare su tre saltatori con la potenzialità di far breccia in zona punti.

L’obiettivo principale sarà innanzitutto verificare il grado di competitività rispetto al resto del mondo, dopodiché – in una prospettiva più a lungo termine – cercare di ampliare il contingente a disposizione. Attualmente l’Italia può contare sulla quota base di 2 pettorali, aggiungerne uno (inserendo un proprio atleta nella top-55 del World Ranking List) significherebbe poter schierare costantemente tutti gli uomini con possibilità di ben figurare nel massimo circuito, senza dover effettuare dolorosi tagli. Scopriremo solo vivendo se questo traguardo è raggiungibile o meno.

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