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Un re, due regine (ma una vince ai punti) e l'Italia: il bilancio dei Mondiali di St. Moritz

Un re, due regine (ma una vince ai punti) e l'Italia: il bilancio dei Mondiali di St. Moritz
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Max Valle

Sci AlpinoSt. Moritz 2017

Un re, due regine (ma una vince ai punti) e l'Italia: il bilancio dei Mondiali di St. Moritz

Sono state due settimane di gare molto belle quelle dei Mondiali di St. Moritz che si sono appena concluse, anche se non sono state ricche di soddisfazioni per i colori azzurri, anzi, tutt’altro.

Il meteo per la maggioranza di questo periodo è stato bello e quasi tutte le gare sono state portate a casa nella data prevista eccezion fatta per la discesa maschile, posticipata di 24 ore, dal sabato alla domenica centrale dei Mondiali, lo stesso giorno di quella femminile, per colpa del “serpente del Maloja”, la nuvola che tanti guai ha causato negli anni passati e che stavolta, tutto sommato, è stata abbastanza benevola verso gli organizzatori e gli atleti.

Numeri alla mano, la rassegna iridata in Alta Engadina ha due regine, Mikaela Shiffrin e Wendy Holdener, e un re incontrastato, Marcel Hirscher. L’austriaco ha disputato, come ha detto lui stesso, un mondiale perfetto: dopo il superG disputato a rilento e solo per prendere confidenza con la velocità in vista della discesa della combinata, ha conquistato un argento nella prova multipla a un solo centesimo dal sorprendente vincitore Luca Aerni e due straordinari ori in gigante e slalom confermandosi praticamente infallibile nell’appuntamento col podio nelle gare tecniche: quest’inverno sono 15 su 16! A questo campione incredibile manca solo l’oro olimpico per poter avvicinarsi alla grandezza di Ingemar Stenmark e sciogliere definitivamente i dubbi su chi, tra lui e Hermann Maier, sia il secondo di sempre.

Due regine tra le donne, dicevamo, poiché entrambe con un oro e un argento al collo, anche se Shiffrin tutto sommato vince ai punti per il distacco, 1”64, rifilato in slalom a Holdener. Come Hirscher, che a fine stagione intascherà la sua sesta sfera di cristallo consecutiva, Mikaela si sta avviando a vincere la sua prima Coppa del Mondo generale dato che ormai ha strada libera per l’infortunio di Lara Gut, l’ennesimo in campo femminile. In slalom si avvia a diventare presto la più grande di sempre come numero di vittorie ma in un certo senso, visti i quattro trionfi consecutivi tra Mondiali e Olimpiadi, forse lo è già. E se un giorno si mettesse a vincere anche in velocità potrebbe addirittura aspirare a diventare la più grande in assoluto. Per quanto riguarda Holdener, le sue due medaglie erano attese e, Shiffrin permettendo, può essere lei a riportare la Svizzera a una vittoria che nello slalom femminile manca ormai da 15 anni.

Tra le delusioni sono da annoverare, tra gli uomini, Alexis Pinturault e Henrik Kristoffersen. E' vero che il francese ha al collo l'oro del team event ma ha dimostrato ancora una volta la sua incostanza, il norvegese ha ribadito la sua immaturità e infantilità nell’incassare le sconfitte, mentre un argento in superG alle spalle dell’Highlander canadese Erik Guay non può bastare per le aspettative della vigilia dell’altro norvegese Kjetil Jansrud. Tra le donne è mancata quasi completamente Viktoria Rebensburg, qualcuno si aspettava qualcosa di più da Lindsey Vonn che però si è per una volta dimostrata umana e comunque il suo bronzo in discesa se l’è portato a casa.

Come in ogni edizione dei Mondiali e delle Olimpiadi non sono mancate le vittorie a sorpresa, come quella del citato Aerni in combinata e quella di Nicole Schmidhofer in superG, lo svizzero entra a far parte di coloro che hanno vinto un oro olimpico o mondiale senza mai salire prima sul podio, mentre almeno l’austriaca ne aveva già conquistati. Ma ci sono state anche delle conferme dei favoriti di singole gare che sono state da loro puntualmente vinte: è successo allo svizzero Beat Feuz e alla slovena Ilka Štuhec nelle due discese e alla francese Tessa Worley, che si è portata a casa il suo secondo oro iridato in gigante. Nel medagliere, su tutte Austria, quasi inesistente in Coppa del Mondo Hirscher a parte ma sempre presente agli appuntamenti che contano, e la Svizzera padrona di casa.

Capitolo Italia. Inutile ribadire che le delusioni sono state maggiori delle soddisfazioni. Specialmente tra gli uomini è stata una Caporetto: per la seconda volta consecutiva gli azzurri tornano a casa da un Mondiale senza nemmeno una medaglia e oltretutto, a parte il quarto posto di Dominik Paris in combinata, non ci sono mai andati nemmeno vicini: tre noni e un decimo posto sono decisamente troppo poco per una squadra che durante la stagione di Coppa del Mondo ha messo insieme 12 podi tra cui due vittorie. Ma la cosa più preoccupante è che quasi dappertutto dobbiamo aggrapparci ai senatori perché i giovani interessanti, specialmente nelle discipline tecniche, sono pochissimi, mentre in quelle veloci fanno ancora molta fatica.

E veniamo alle donne: un bronzo e altri sette piazzamenti tra le dieci non sono un bilancio malvagio ma almeno altri due metalli preziosi, soprattutto in un contesto generale con molte assenze e alcune atlete di primo piano a mezzo servizio, potevano arrivare, tenendo poi conto dei 14 podi stagionali. La medaglia c’è stata nel gigante grazie a Sofia Goggia, che però ha buttato una grande occasione nel superG, nel quale forse per la prima volta in vita sua è scesa senza attaccare, e in discesa ha mancato l’oro per un errore gravissimo ma, pur dovendosi accontentare del quarto posto, nell’errore è stata eccezionale a evitare una caduta devastante. L’uscita nello slalom della combinata, di cui aveva vinto la discesa, non lascia grandi rimpianti: difficilmente Sofia avrebbe vinto una medaglia.

L’altra nostra leader e unica a vincere una gara quest’inverno, Federica Brignone, ha conquistato tre top ten, tra cui l’amarissimo quarto posto in gigante dietro alla rivale Goggia. E proprio la rivalità tra le due primedonne azzurre ha tenuto banco sui media italiani: già esistente da tempo e da tempo nota agli addetti ai lavori a causa del carattere estremamente competitivo di entrambe, questa rivalità è stata fatta esplodere, ma ne abbiamo già parlato, su alcuni giornali non per i risultati in pista delle due ma per una frase interpretata ad arte da alcuni quotidiani di una delle due, a cui l’altra ha risposto direttamente in sala stampa. Dopo il gigante, la festa per il bronzo di Goggia a Chalet Italia è stata all’insegna di sorrisi e brindisi ma è evidente che la rivalità continuerà e ci auguriamo che continui solo in pista e a suon di grandi risultati per entrambe.

Per il resto, ci poteva stare l’inserimento di Elena Curtoni nel quartetto della discesa, tanto più che in superG era stata quinta ma soprattutto era stata terza nella discesa premondiale di undici mesi fa. Tre atlete hanno annunciato che questo è stato il loro ultimo mondiale, mentre un altro paio non lo hanno annunciato ma, anche se nello sci come nella vita non si sa mai come possono andare le cose, forse sarebbe bene che lo avessero fatto: soprattutto in slalom abbiamo bisogno di ricambi, tra le porte strette dovremo aspettare ancora un po’ mentre nelle altre discipline il ringiovanimento può essere più immediato. Di sicuro però, sarà dura fare a meno di una Manuela Moelgg che lotta ancora come una leonessa alla soglia dei 34 anni arrivando sesta in gigante, una posizione più su di quanto aveva fatto 14 anni fa proprio a St. Moritz.

Due parole di chiusura riguardanti i tg generalisti serali italiani: l’unica volta che i Mondiali nel Canton Grigioni sono apparsi nelle notizie di apertura di questi telegiornali è stato quando un aereo della pattuglia acrobatica svizzera venerdì scorso volando troppo basso ha tranciato il cavo della telecamera per le riprese aeree facendola precipitare nella zona d’arrivo, fortunatamente senza causare alcuna vittima né ferito. Ora, è vero che i risultati a questi Mondiali dell’Italia forse non meritavano uno spazio di questo genere, ma almeno giovedì scorso, giusto per annunciare il bronzo di Sofia Goggia anche a chi dello sci non gliene frega niente, si poteva fare un’eccezione. Ma questa battaglia siamo stufi di combatterla: è persa in partenza.

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