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Tutti pazzi (o quasi) per la "Deborah Compagnoni" di Santa Caterina Valfurva

Tutti pazzi (o quasi) per la 'Deborah Compagnoni' di Santa Caterina Valfurva
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Ivan Carabini

Sci AlpinoSci alpino maschile

Tutti pazzi (o quasi) per la "Deborah Compagnoni" di Santa Caterina Valfurva

Grazie all'ufficio stampa dell'evento ecco le prime impressioni di alcuni dei protagonisti della prima prova cronometrata sulla pista "Deborah Compagnoni" che domenica ospiterà la discesa maschile di Coppa del Mondo di Santa Caterina Valfurva. Dalle dichiarazioni risulta che il pendio è molto bello e difficile anche se un po' troppo buio, pochissime le voci di insoddisfazione.

Christof Innerhofer: "E’ una pista difficile da sciare: c’è poca luce e non finisce mai. Però mi piace da matti. Forse perché la schiena non mi ha dato fastidio, anche il raffreddore mi ha lasciato in pace (anche se poi nel pomeriggio purtroppo gli è tornata la febbre, ndr) e mi sono trovato molto a mio agio soprattutto nella prima parte del tracciato, preparato benissimo e abbastanza ghiacciato".

Kjetil Jansrud: "La pista è molto buona, assolutamente tecnica e difficile dalla partenza all’arrivo. Difatti anche nella parte bassa dopo il piano, come a Bormio, non puoi tirare il fiato perché è importante mantenere la velocità anche nel bosco. E’ veramente bella. In questo inverno, dove la neve è simile un po’ dovunque, qui invece ha molto più grip che da altre parti. Peccato non si veda molto".

Dominik Paris: "Proprio non mi ci trovo, non mi piace, forse anche perché ho sbagliato prima dell’ultimo intermedio e mi sono quasi fermato. Mi è sembrato di vedere un capriolo, come successe tempo fa a Kristian Ghedina. Ovviamente scherzo. E’ una pista stretta, quasi obbligata nel tracciato, parecchio buia. Servirebbero i fari antinebbia per vederci meglio".

Didier Défago: "Mi avevano detto che era una pista facile, quasi da discesa femminile, e invece si sono sbagliati di grosso. E’ molto più aggressiva della Stelvio che neanche è poi facile. Insomma è una pista interessante, specie nella parte alta dove somiglia a un superG veloce. E anche in basso è bellissima. La neve è molto aggressiva e differente da quella su cui abbiamo sciato fino a oggi. Gli organizzatori sono stati grandi nel fare assai bene il loro lavoro di preparazione del tracciato. Spero anche domenica di avere le stesse sensazioni in gara".   

Steven Nyman: "Ci sono così tante curve sulla Compagnoni che da metà in avanti me le sono dimenticate quasi tutte. Ho dovuto così affidarmi all’istinto che per fortuna ho spiccato. Altrimenti sarebbero stati dolori. Quindi anche il training di domani sarà fondamentale, dal momento che, quando sei in gara, devi esattamente sapere cosa stai facendo per trovare la linea ideale che poi fa la differenza. Questa pista è un mix tra le discese di Sochi e Lenzerheide. E’ bella e mi ha divertito tantissimo forse perché la neve è fantastica e devi schiacciare sugli sci a più non posso. Ci sono alcune parti che sono molto simili alla discesa di Bormio come la partenza e il tratto finale dove arrivi stanco. Non è assolutamente una pista da donne: è poco ma sicuro".

Hannes Reichelt: "E’ una pista molto impegnativa, oltre che diversa da tutte le altre di Coppa del Mondo. Peccato sia molto in ombra, per cui la visibilità è abbastanza scarsa e devi sciare a sensazioni. Per i miei gusti gira troppo".

Werner Heel: "Questa pista è tanto bella quanto con poca luce. Servirebbero i fendinebbia sul casco".

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