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Negli anni settanta Ingemar Stenmark ricevette minacce di morte

Negli anni settanta Ingemar Stenmark ricevette minacce di morte
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Getty Images / AFP

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Negli anni settanta Ingemar Stenmark ricevette minacce di morte

In un libro-biografia di Ingemar Stenmark l’autore, il giornalista Ulf Stenberg, grande amico della famiglia del campionissimo di Tärnaby, racconta che in un escursione in motoslitta nell’aprile 1977 il padre di Ingo, Erik, gli parlò di una lettera di minacce da parte del movimimento nazionale croato ùstascia.

Erik Stenmark raccontava che nella lettera si diceva che Ingemar doveva lasciare la sua marca di sci, la slovena Elan, altrimenti non avrebbe mai più sciato. Sportbladet ha pubblicato un estratto del libro sul numero di martedì e quando ha visto il titolo, “Sconosciuta minaccia terroristica a Ingemar Stenmark”, Ola Briandt, figlio di Calle Briandt, il grande capo dello sci svedese per quasi un quarto di secolo che ingaggiò anche lo storico allenatore di Stenmark, l’altoatesino Ermanno Nogler, bene, Briandt figlio ha dato in escandescenze.

La spiegazione? Una lettera sul suo tavolo indirizzata a Ingemar Stenmark, Tärnaby, Svezia, firmata da “ex prigionieri torturati” e spedita da Parigi alle 17,45 del 4 aprile 1978. La lettera contiene dirette minacce di morte a Stenmark e ai suoi cari se non avesse lasciato Elan, i cui profitti andavano al governo jugoslavo di Tito. La lettera, racconta Ola Briandt a Sportbladet, dalle mani di Stenmark finì in quelle di Calle e la sua esistenza fu tenuta nel segreto più completo nei riguardi della stampa. Briandt portò la lettera al servizio di sicurezza che escluse la pista ùstascia e sospettà quasi subito un concorrente di Elan.

“C’è un’altra teoria - dice Ola Briandt - ed è quella che Ingemar fu sottoposto a enormi pressioni per cambiare il marchio di sci. Diversi marchi concorrenti lo volevano la lui non lasciò mai gli attrezzi sloveni. Squadra che vince non si cambia”. La stagione successiva infatti Stenmark vinse 3 slalom e 10 giganti su 10 ma terminò incredibilmente al quinto posto in Coppa del Mondo perché la FIS cambiò i regolamenti apposta per farlo perdere. E infatti, dopo le tre sfere di cristallo che si portò a casa dal 1976 al 1978, non se ne aggiudicò più nemmeno una, finendo, dopo quella stagione 1978-1979, per ben cinque volte consecutive secondo.

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