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Boyang Jin eguaglia il record maschile di vittorie nel circuito di Junior Grand Prix

Boyang Jin eguaglia il record di vittorie nel circuito di Junior Grand Prix
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Getty Images

Figure skating - J.G.p. Aichi 2014

Boyang Jin eguaglia il record maschile di vittorie nel circuito di Junior Grand Prix

Ad Aichi, sede del quarto appuntamento stagionale del circuito di Junior Grand Prix, sono stati una volta tanto i ragazzi a rubare la scena alle esponenti del gentil sesso dando vita ad una prova dall'alto profilo tecnico.

Non a caso, quale piatto forte della terza e ultima giornata di gara, si è deciso di optare per il programma libero maschile, che, puntualmente, non ha deluso le aspettative dell’appassionato pubblico del “Morikoro Park Skating Ring”.

Di fronte allo sguardo attento degli idoli locali Nobunari Oda e Akiko Suzuki, trepidanti in balaustra, il cinese Boyang Jin e il giapponese Shoma Uno sono stati protagonisti di un confronto di rara intensità e incertezza.

Alla fine, così come nel programma corto, l’ha spuntata di stretta misura il sedicenne di Harbin, che, con il successo odierno, il sesto in carriera tra tappe di qualificazione e finale, ha eguagliato il record del russo Andrei Griazev, capace di imporsi in sei occasioni tra il 2001 e il 2003.

Boyang Jin (221,92), autore del nuovo primato personale, ha confermato di essere una macchina da salti con pochi eguali non solo nel presente completando in assoluta scioltezza tre quadrupli e sette tripli, tra cui due lutz, ma anche un triplo axel atterrato con uno step-out. Peraltro, solo a causa di un'ingenuità sulla trottola combinata che non ha preso valore, il giovane cinese, fermatosi a 151,04 punti, ha mancato la migliore prestazione all-time in un programma libero junior, ancora in possesso dello statunitense Jason Brown (154,09 nel corso dei Mondiali di categoria del 2013 disputati a Milano).

Shoma Uno (219,99), atleta più completo in grado di esprimere maggiore qualità sugli elementi di trottola e in termini di pattinaggio, ha provato ad arginare lo strapotere sui salti del rivale ed è riuscito ad atterrare due quadrupli toeloop, il primo dei quali di stordente bellezza. Tuttavia, complice l’assenza del triplo axel e per via della rotazione mancante sul secondo quadruplo toeloop, ha accumulato oltre sette punti di distacco nel riscontro tecnico, che per la verità erano quasi il doppio prendendo in considerazione il solo valore base degli elementi eseguiti. L’allievo di Machiko Yamada ha recuperato terreno sulle componenti del programma surclassando il cinese di oltre sei lunghezze, ma, a conti fatti, nonostante la migliore prestazione della carriera, si è dovuto accontentare del posto d’onore.

Risultato a parte, i motivi di soddisfazione per Shoma Uno sono almeno tre: in primis avere migliorato il primato personale complessivo di tredici punti, in secondo luogo avere atterrato per la prima volta in una competizione di primo livello un salto quadruplo, ma soprattutto essere riuscito a completare il triplo lutz in due occasioni senza incorrere nella chiamata di filo di ingresso errato.

In virtù del successo odierno, Boyang Jin, già vincitore a Lubiana, ha guadagnato l'accesso alla finale di Barcellona, dove, verosimilmente, i principali ostacoli verso la conferma del titolo conquistato lo scorso anno sul ghiaccio di Fukuoka saranno Petrov e Uno, entrambi battuti nelle tappe di qualificazione.

In terza posizione, si è piazzato il russo Dmtri Aliev (189,82), quindicenne di stanza a San Pietroburgo già sul gradino più basso del podio nella tappa di Lubiana di due settimane or sono. Ad Aichi, l’allievo di Kyrill Davidenko, pur commettendo sbavature di vario genere, ha lasciato intendere di essere uno degli atleti da seguire con maggiore attenzione negli anni a venire confermando la padronanza di un quadruplo e di tutti i salti tripli.

Tra i risultati degni di nota, vanno rimarcati il quarto posto del campione nazionale canadese junior Denis Margalik (176,26), che ha però deciso di difendere dalla stagione in corso i colori della natia Argentina, e la sesta posizione del malese di scuola cinese Julian Zhi Jie Yee (171,95).

 

In precedenza, si è svolta la danza libera, che ha sancito importanti verdetti in ottica qualificazione alla finale.

Madeline Edwards/Zhao Kai Pang (134,42), saliti sul podio nelle ultime cinque tappe disputate senza mai riuscire ad imporsi, hanno finalmente sfatato il tabù vittoria regalando al Canada la seconda affermazione consecutiva dopo quella conquistata da Bent/Mackeen ad Ostrava.

Il successo si è però rilevato oltremodo sofferto in quanto gli allievi di Megan Wing ed Aaron Lowe, secondi di giornata in entrambi i programmi, hanno dovuto resistere al prepotente ritorno di Alla Loboda/Pavel Drozd (133,98), apparsi rigenerati dopo una balbettante short-dance. La coppia russa, sconfitta nettamente sul versante tecnico nel primo segmento di gara, si è riscattata con gli interessi nella danza libera, vinta con ampio margine sulla concorrenza. Nello specifico, dopo un inizio non facile caratterizzato da un errore sui twizzles, la coppia allenata da Ksenia Rumantsieva ha avuto il merito di trovare un duplice livello tre sulle sequenze di passi, accadimento raro a livello junior, riuscendo a fare il vuoto proprio sul versante tecnico.  

Gli statunitensi Rachel Parsons/Michael Parsons (131,42), penalizzati da qualche patema di troppo sulle sequenze di passi in coppia, si sono dovuti accontentare del gradino più basso del podio vanificando quanto di buono era stato palesato nella short-dance, vinta in maniera convincente.

Va rimarcato come a livello di componenti del programma nella danza libera, le coppie salite sul podio siano pressoché rimaste sulla medesima linea, a testimonianza, in ogni caso, del sostanziale livellamento di valori emerso nel corso della gara.

A seguire, ma con ampio distacco, si sono piazzati i giovani russi di scuola Zhulin Eva Khachaurian/Andrei Bagin (115,65), che hanno confermato il risultato ottenuto a Lubiana.

Grazie al risultato odierno, Loboda/Drozd, vincitori della tappa di apertura di Courchevel, si sono qualificati per la finale, mentre Edwards/Pang, dovranno attendere le prossime settimane per ottenere la certezza matematica di gareggiare a Barcellona e non essere, quindi, beffati per il rotto della cuffia come avvenuto dodici mesi or sono. Ovviamente, a parità di piazzamenti conquistati, la coppia russa precede in graduatoria quella canadese per via del maggiore numero di punti raccolti nei quattro segmenti di gara.

Peraltro, alla luce di quanto avvenuto nelle prime quattro tappe stagionali e del campo partecipanti degli eventi rimasti in calendario, Canada e Russia sembrano sulla buona strada per monopolizzare i sei posti a disposizione per la finale. Infatti, per le coppie statunitensi Moore/Klaber, Mcnamara/Carpenter e Parsons/Parsons, tutte finora sul gradino più basso del podio, potrebbe non essere sufficiente il successo nell’ultimo rispettivo impegno per strappare il ticket per Barcellona. Un simile scenario, impronosticabile alla vigilia della stagione, avrebbe del clamoroso in quanto dal 2003 in avanti almeno una coppia di danza statunitense ha preso parte alla finale.

La situazione appare ben peggiore se si volge lo sguardo anche alle altre tre specialità perché il rischio che nessun pattinatore a stelle strisce raggiunga l’atto conclusivo del circuito appare concreto. Va da sé che, eccezion fatta per l’edizione del 2001 disertata dopo i tragici fatti dell’11 settembre, almeno un pattinatore statunitense si è sempre qualificato per la finale.

 

Il circuito di Junior Grand Prix si fermerà per una settimana, prima di riprendere le danze a fine settembre con la tappa di Tallinn in Estonia. Nell’occasione e fino all’ultima tappa di qualificazione saranno presenti anche le coppie di artistico.

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