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Magdalena Neuner: "A un certo punto non volevo più vincere. Ho smesso al momento giusto"

Magdalena Neuner: 'A un certo punto non volevo più vincere. Ho smesso al momento giusto'
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BiathlonBiathlon - Germania

Magdalena Neuner: "A un certo punto non volevo più vincere. Ho smesso al momento giusto"

Nei giorni scorsi Magdalena Neuner ha rilasciato un’intervista alla testata tedesca RP. Oltre a parlare della propria vita attuale è tornata sul suo passato, raccontando di come la sua vita sia stata stravolta all’improvviso dal successo sportivo, e spiegando perché abbia deciso di chiudere a soli 25 anni.

Ti sei ritirata molto giovane. Non ti viene mai il desiderio di tornare a gareggiare?
“Poco. Ammetto che ci sono dei momenti, quando guardo le gare, in cui vedere le ragazze competere in pista stuzzica i miei sentimenti. Però cinque anni fa ho preso una decisione molto ragionata e non la rimpiango affatto. Appena chiusa la mia carriera, volevo stare il più lontano possibile dagli sport invernali. Poi con il passare del tempo ho ritrovato il piacere di sciare senza grandi pressioni, ed è semplicemente bello”.

Perché hai scelto di smettere così presto?
“Non sono mai stata il tipo di atleta con l’obiettivo di vincere una medaglia dopo l’altra. Questo è un approccio ammirevole, ma non è il mio. Capisco la posizione di chi mi dice che avrei potuto proseguire ancora qualche anno, perché avrei sicuramente vinto ancora. Però non ho mai guardato alla mia carriera come a una collezione di trofei. L’obiettivo che mi sono posta durante la mia attività agonistica è sempre stato quello di migliorare me stessa. A un certo punto ho capito di essere arrivata al mio massimo, di non potere più progredire. In quel momento la storia è finita”.

Immaginiamo, inoltre, che sia difficile essere Magdalena Neuner.
“Ci sono stati anni in cui era molto più difficile di quanto lo sia oggi”.

Eppure sei sempre al centro dei riflettori. Bisogna essere particolarmente resistenti sul piano psicologico per sopportarlo?
“In realtà io riesco a vivere una vita quasi normale. Non è come per Thomas Müller o Bastian Schweinsteiger, di cui viene seguito ogni passo. Per me è diverso, non ci sono vicini di casa che spifferano pettegolezzi ai media o fotografano momenti della mia vita privata. A casa non sono Magdalena Neuner, ma Magdalena Holzer. È bello poter cambiare identità”.

In passato però non è sempre stato come ora…
“È vero. Nel 2007 sono partita per i Mondiali di Anterselva come una persona normale, ma quando sono tornata avevo 3 medaglie d’oro al collo. Avevo solo 20 anni e la mia vita è stata completamente stravolta all’improvviso. Non è stato facile gestire il cambiamento. Da quel momento sono diventata una star e un modello. C’erano giornali, riviste, sponsor che mi cercavano di continuo. È stato incredibilmente difficile prendere le decisioni giuste”.

Come riuscisti a trovare nuovamente equilibrio?
“Grazie a uno psicologo. A un certo punto mi sono resa conto che la mia mente non voleva più vincere. Ho realizzato che nel mio subconscio c’era il pensiero che arrivare decima fosse meglio di arrivare prima. Non volevo essere la star del team. È in quel momento che ho deciso di rivolgermi a un mental coach. Lui mi ha aiutata parecchio. Disse di non farmi condizionare dagli altri, ma di stabilire i miei obiettivi personali”.

Gran parte della tua popolarità deriva dal fatto che il biathlon è seguitissimo. Perché secondo te?
“Primo perché è uno sport estremamente emozionante. Spesso un errore al poligono fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Inoltre gli atleti che lo praticano sono persone vere, non prodotti di marketing”.

Ora lavori come esperta tecnica in tv. È difficile per te esprimere giudizi su ex avversarie? Per esempio, in passato ci sono state grandi polemiche su Mehmet Scholl per aver definito Mario Gomez “un infermo” dopo una partita della nazionale. Non hai paura di commettere lo stesso errore?
“No per niente, non sono il tipo di persona che attacca gli altri. Anzi, so perfettamente cosa significa essere un’atleta. Bisogna sempre trattare gli sportivi con rispetto, anche quando non sono in giornata. Personalmente sono infastidita quando i giornalisti sputano sentenze. Per esempio, se un’atleta sbaglia 3 volte al poligono sentire cose del tipo ‘Perché la fanno gareggiare?’, oppure ‘Ma è ubriaca?’ mi da’ molto fastidio”.

Ovviamente ora sei anche una madre, immaginiamo che sia questa la tua principale occupazione.
“Assolutamente! Cerco di svegliarmi presto al mattino per fare una corsetta nella natura prima di iniziare la giornata con i miei due figli. Vederli crescere ti fa capire quanto passa veloce il tempo. Ci sono già bambini per i quali io non sono un personaggio pubblico e, in un certo senso, non sentirsi famosi in alcun modo è molto tranquillizzante”.   

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