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Andrei Makoveev: "I graffi sulle provette? Per me sono stati fatti ad arte per screditarci"

Andrei Makoveev annuncia il ritiro (dopo i Mondiali di skiroll biathlon)
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Andrei Makoveev: "I graffi sulle provette? Per me sono stati fatti ad arte per screditarci"

L'ex biathleta russo Andrei Makoveev ha voluto dire la sua in merito all'inchiesta aperta dal Cio su 28 atleti russi in seguito alle accuse contenute nel rapporto McLaren. La sua teoria è davvero singolare.

"McLaren è stato pagato per preparare quel rapporto. Un rapporto basato sulle deposizioni di un solo uomo, tra l'altro scappato dalla Russia. Permettetemi di essere molto scettico riguardo tutte le accuse, a causa delle quali però ora stanno venendo decise sanzioni contro di noi.

La situazione è molto seria e non riguarda solo lo sport, ma anche la politica. I due ambiti si stanno mischiando e a me non piace vedere la politica all'interno dello sport.

Il principale capo d'accusa riguarda i graffi sulle provette che proverebbero come esse siano state manipolate. Mi rendo conto di come queste accuse siano molto gravi, ma bisogna essere in grado di provare che i campioni siano stati effettivamente compromessi.

Per come la vedo io, questi graffi potrebbero essere stati fatti ad arte in maniera mirata con l'obiettivo di screditare la Russia".

In altre parole Makoveev, ritiratosi nel 2014, ritiene sia stata ordita un'operazione per fabbricare prove fittizie da utilizzare poi contro la Russia al momento opportuno.

Per quanto complottista, la teoria del trentaquattrenne mette in luce due punti deboli dell’impianto accusatorio:

1) Il rapporto si basa su testimonianze e accuse di un uomo (Rodchenkov) che la stessa Wada ha definito poco attendibile.

2) I graffi sulle provette non permettono in ogni caso di dimostrare che il contenuto delle stesse sia stato effettivamente manomesso.

In un ipotetico tribunale il rapporto McLaren sarebbe tutto fuorchè la cosiddetta “pistola fumante” e potrebbe davvero essere smontato.

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