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Impianti di risalita in provincia di Sondrio: un piano per il rilancio

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Lombardia

Impianti di risalita in provincia di Sondrio: un piano per il rilancio

«Quando parliamo di impianti - ha detto il Presidente Roberto Maroni - parliamo di gestione, di esposizione bancaria, di turismo, di tutto ciò che ruota intorno al tema di cui siamo consapevoli. Vogliamo trovare una soluzione che consenta di valorizzare al meglio il comparto, la gestione migliore per il territorio e per gli impiantisti con l’obiettivo unico di rendere più efficiente l’intero sistema».

Con queste parole parte l'impegno e il progetto di Regione Lombardia per il rilancio degli impianti di risalita della provincia di Sondrio. Ancora non esiste un atto ufficiale, ma è stato proprio il Presidente ad affrontare questo tema scomodo e a voler garantire non soltanto l’interessamento della Regione, ma anche l’avvio di un percorso indirizzato a una soluzione definitiva.

Le strutture di Valtellina e Valchiavenna, impiegano circa 600 persone tra dipendenti fissi e stagionali, ma soffrono di un pesante indebitamento che si aggira intorno ai 165milioni di euro.

Per questo l’incarico è stato affidato al sottosegretario Ugo Parolo che alla delega per la montagna ha recentissimamente affiancato quella per la macroregione alpina e che avrà così il compito di confrontarsi con gli operatori del settore ed analizzare le gestioni degli impianti negli altri territori.

Le soluzioni che si prospettano sono diverse, al momento almeno tre possibili: una potrebbe essere quella di separare la proprietà dalla gestione del servizio. Altra ipotesi potrebbe essere quella di equiparare gli impianti di risalita al trasporto pubblico locale; o ancora di ottenere dall’Europa nuove norme sulla concorrenza che consentano di destinare fondi nazionali per la riqaulificazione e gestione degli impianti.

Una soluzione definitiva potrebbe arrivare nel breve periodo, ma l'interesse e l'impegno dimostrati dalla Regione al momento fanno ben sperare.

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